Food & more e ognissanti, 100 vini in una “degustazione casual” a Trani
Quasi 100 vini provenienti dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania e dall’Austria a Trani Food &…
Quasi 100 vini provenienti dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania e dall’Austria a Trani Food &…
A tal proposito non ho perso l’occasione di andare dai miei amici della Confraternita del Grappolo di Pescara che hanno organizzato una degustazione di Malvasie aromatiche di Candia dei Colli Piacentini.
L’Aleatico è sempre stato utilizzato come uva per la produzione di vini da fine pasto, morbidi, tendenzialmente passiti, per le sue caratteristiche speziate e floreali quindi degno di concludere un menu con formaggi semi stagionati.
Un appuntamento all’avanguardia che si propone come stimolo per le nuove generazioni, le quali attraverso talk, convegni e tanta creatività, hanno modo di approfondire i temi della cultura della cucina mondiale, anche grazie alla presenza di ospiti di fama internazionale.
E come sempre il vino che “a me mi” ha coinvolto maggiormente è l’Aglianico vinificato e affinato solo in acciaio, da cui si evincono tutti i caratteri distintivi tipici di quel terroir unico che uomo e natura hanno plasmato insieme.
La mia prima riflessione va ai suoi tannini mai amari, ma sempre amaricanti; mai invadenti ma sempre presenti; mai aggressivi ma sempre efficaci.
Varcata la soglia, il cliente trova in sala il carrello del pesce di mare, sottolineo di mare (all’epoca non
esisteva il pesce porzionato e di allevamento), oggi Giancarlo Arcieri continua ad acquistare da barchette locali. In questo modo il cliente poteva già farsi un’idea di cosa avrebbe mangiato e di cosa avrebbe ritrovato nei piatti.
E oggi è la volta della guancia di cavallo; si, quei pezzi di carne che non compra nessuno e che hanno bisogno di lunga cottura: metodologia ormai in disuso perché in casa hanno tutti fretta. Come anche in molti pseudo ristoranti dove solerti “cucinieri”; ops, volevo dire cuochi. ops, volevo dire chefs…
Ormai sono anni che Lamberto Vannucci produce la bollicina e a questo 2019 non manca nulla. Tutto in equilibrio. Inoltre, vista la notevole qualità dell’uva, non ha avuto bisogno di aggiunte successive. È un Pas Dosé millesimato, una caratteristica dei grandi champenoise.
La lumaca veicola un messaggio di lentezza e tranquillità. Godere appieno un territorio come metafora del vivere la vita meno freneticamente e in modo salutare.
Archiviamo la parentesi godereccia e torniamo a cose più serie: è partito un progetto di zonazione areale dei territori vocati alla vigna con la presentazione del libro “Le Contrade del Vino di Loreto Aprutino” scritto da Gabriele Valentini, ricercatore presso l’Università di Bologna, svoltasi al Teatro Luigi De Deo a Loreto Aprutino.
Un evento che dal 1 al 10 agosto anima il territorio con un ricco programma tra vigne e cantine, tour tra le realtà vitivinicole della più significativa denominazione di Calabria, che si chiude in festa, come ormai da tradizione, nella notte delle stelle cadenti a Madonna di Mare, con i banchi d’assaggio delle cantine aderenti al consorzio, il food territoriale e la musica.
Oreste Tombolini è un produttore che fa vino prima per sé per poi concederlo a pochi fortunati. Questo anche perché produce solo diecimila bottiglie con la sua piccola vigna di due ettari a conduzione artigianale, seguendo gli insegnamenti del nonno.
Perché la manifestazione, che nel 2024 celebrerà appunto questo compleanno importante con una “extended version” – prevista a Maglie, come di consueto, dall’1 al 7 agosto – ha rappresentato e rappresenta innegabilmente un baluardo contro le mode, le tendenze, le meteore social, non solo in fatto di enogastronomia.
Ecco motivata la scelta dell’Apnea 2018 metodo classico di Giancarlo Ceci. Trentasei mesi sui lieviti. Bolla setosa, mai invadente, dai profumi delicati di frutta e note floreali con sbuffi di salsedine. In etichetta è riportato come Brut a fronte di un dosaggio molto basso.
Finalmente ho l’opportunità di non dover solo elogiare le cantine di altre regioni per la loro capacità di saper accogliere turisti e ospiti argomentando su territorio, vitigni autoctoni e aneddoti famigliari.
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