Il buongiorno si vede dal mattino: frase fatta per evidenziare un buon inizio nella realizzazione di un prodotto o, un atteggiamento positivo verso obiettivi comuni. E, si potrebbe continuare con esempi pregevoli di buone intenzioni.
Nel nostro caso abbiamo un caso concreto di un ragazzone che ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, da sempre dedita alla produzione di vino per il consumo quotidiano e agricoltori da generazioni.
Se chiedi a Francavilla a Mare dove comprare vino sfuso, la risposta è unica “da Rapino”, e dal 2000 inizia l’imbottigliamento con il figlio Emilio Rapino, giovane e capace con studi di enologia.
Come al solito lo scopro durante le mie degustazioni alla cieca e, da subito emerge chiaro dal bicchiere la voglia di sperimentare, e devo dire che i risultati sono speranzosi.
E, perché non dare fiducia a un giovane che ha studiato e vuole mettere in bottiglia tanta passione: e sicuramente fra qualche anno ne riparliamo.
Solo quattro i vigneti in proprietà da cui si ottiene il vino che va in bottiglia, poi altre sperimentazioni con conferitori capaci e che vogliano sposare una filosofia di qualità.
Per ora facciamo parlare in anteprima il bicchiere con il nuovo Pecorino 2017, ancora in vasca, ottenuto da uve di un conferitore, e devo dire che inizia bene. La vinificazione è stata stravolta; Emilio ritorna ad attuare una lavorazione artigianale, con breve macerazione e pressatura assieme ai raspi; che si ritrovano nel primo sorso vivace e fresco.
I profumi sono tipici dall’agrume al fiore di arancio sostenuto dal vegetale che proviene dal raspo, ma poi si passa al biancospino e alla mela verde: bisogna aspettare sicuramente l’affinamento che farà sulle fecce fini per riparlarne: attualmente fresca e piacevole la bocca snella e facile da bevute estive e senza pretese ma pulito.
Sempre in anteprima Il Montepulciano in anteprima 2007 nasce da vigneto a tendone, poi divelto per fare spalliera sempre a Francavilla, dove il mare alita il suo respiro.
Inchiostro, cenere, frutto, liquirizia, cioccolato ma anche leggero eucalipto si fanno strada fra i profumi di un vino appena spillato dal cemento.
Certo non posso soffermarmi troppo su note classiche di chiusura che emergono, ma già così, il fiore rosso come la viola e netto, con pulizia assoluta dell’insieme.
Al palato l’acidità e il tannino viaggiano su binari paralleli di freschezza facendo emergere un frutto leggermente cotto, dovuto anche a una annata siccitosa, con premesse buone e lo capire dopo qualche mese di bottiglia.
Risentiamo a distanza di cinque mesi il Trebbiano 2016 che mi è “piaciuto assai” già in degustazione alla cieca, nonché motivo della mia visita.
Fermentazione in acciaio e affinamento su fecce fini in cemento per sei mesi e non filtrato. Si riconferma una mandorla netta, erbe fresche aromatiche, con fiore bianco e pulizia assoluta –ottenuta solo per decantazione.
Il colore è di un bel giallo paglierino, la bocca resta fresca e pimpante ricca di mineralità, sapida e con buon equilibrio, finale ricco di bella succosità di frutto: un ottimo compagno per la cucina di mare. Possiamo sperare bene per il futuro
Il Cerasuolo 2016 si conferma di taglio tradizionale con fermentazione previa breve macerazione con le bucce: nocciola e arancia rossa, netto e pulito con fiore rosso nei profumi tradizionali. Buona l’acidità e la bevibilità, ricca di note agrumate e rinfrescanti, con buona struttura acida e la sapidità che non è mai troppa in questa tipologia di vini.
CANTINA RAPINO
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