Sul Gargano non si capita per caso, ma andarci è sicuramente un’idea intelligente, soprattutto a settembre un mese in cui il turismo di massa, da spiaggina e ombrellone, inizia a scemare e si possono godere di territori incontaminati e affascinanti. Dove mare e terra regalano emozioni uniche. Con una cucina senza eguali e prodotti dal gusto vero.
Gegè del ristorante li Jalantuommini è sicuramente uno degli interpreti di questa cucina verace, schietta, senza fronzoli ma capace di trasmettere gli umori e le tensioni di Monte Sant’Angelo dove la chiesa di San Michele collocata in una grotta naturale, richiama una marea ti turismo religioso.
Qui, Gegè non si è arreso a menu turistici e tabelloni pieni di fotografie con cotolette alla milanese e spaghetti alla carbonara. No, caparbiamente ha sempre lavorato, a suo modo, per garantire a tutti, compreso i turisti, la possibilità di gustare ricette del quotidiano garganico.
Ma, chi è Gegè: è il classico ristoratore che viene dalla gavetta, si è formato da solo, e come ogni interprete solitario ha il suo carattere umorale, o lo ami o lo odi, così come sono molti prodotti di qualità come il tartufo bianco o il foie gras. Ma, chi lo conosce bene sa che ha un cuore grande per chiunque sappia coglierne l’essenza del suo modo di pensare e di essere.
Gegè è stato un precursore della valorizzazione delle tipicità per la sua terra, intrisa di misticismo e lavoro, di fatica e passione, di sudore e polvere.
E poi un amore smodato per il loro territorio, che pulsa e gli dà un’energia unica, che riversa nella cucina scrigno di una tavola capace di emozionare e trasferire l’essenza del Gargano.
Il suo accogliente ristorante si veste di dipinti di Enzo Reda, noto artista poliedrico di origine calabrese, trapiantato in Piemonte ma amante della Puglia garganica: grande amico dei grandi uomini del vino, ed è da questo elemento che lui trare ispirazione e materia prima, si, perché al termine di un ottimo bicchiere di rosso, dal suo fondo e grazie al suo pennello, ne scaturisce una forma quasi a voler dare eternità a quel momento, a quel nettare.
Ciliegina sulla torta, sono le confortevoli camere di “Casa Li Jalantuommeni” per poter vivere al meglio l’affascinante Gargano con la coinvolgente accoglienza della famiglia Mangano
La cucina di Gegè non vuole sorprendere ne stupire, ma farsi mangiare, a tratti rassicurante. Vuole comunicare il vissuto quotidiano delle colline rocciose garganiche. Vuole parlarvi della fatica di quei popoli, che in anni ancora troppo poco lontani, faticavano per sopravvivere in una terra poco generosa per l’agricoltura. Ma, a forza di braccia hanno saputo sottrarre alla pietra angoli di terra…
Le varie foto sono esaustive e vi chiariscono del fascino degli ambienti del ristorante e dei vari piatti proposti nel menu, che cambiano con il cambiare delle stagioni. Le camere sono da vivere con arredi storici per un relax assicurato. Per non parlare dell’accoglienza e delle coccole della famiglia Gegè…
Ringrazio Gegè che ci ha voluto omaggiare di una sua ricetta:
Cuciniello crema di pomodoro con ricottina di capra e scottata di uovo di quaglia
Ingredienti per 4 persone:
- 4 dl di vellutata di pomodoro
- 250g di ricottina di capra
- 4 uova di quaglia
- Origano fresco quanto basta
- Sale e pepe quanto basta
- Panna fresca quanto basta
Procedimento:
- setacciare la ricotta in una bastardella, aggiungere dell’origano fresco, panna, sale e pepe quanto basta e amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.
- Successivamente in una padella aggiungere un filo d’olio e cuocere le uova di quaglia per alcuni minuti.
- Infine in un piatto fondo mettere la vellutata di pomodoro calda e aggiungere una chenella di ricotta le uova e un filo d’olio.
Li Jalantuùmene
Piazza de Galganis, 9 – 71037 Monte Sant’Angelo (FG) – Italy
Tel. +39 0884 565484
Mobile +39 348 7976321
2 commenti. Nuovo commento
Noi abbiamo mangiato all’aperto in piazzetta sotto un bellissimo albero. Perché non è pubblicata nessuna foto? È stato bellissimo e buonissimo
Buongiorno, la motivazione sta ne fatto che non c’èra ancora il tavolo sotto l’albero.
grazie