Da una terra aspra collinare, a 500 mt s.l.m nasce questa Tintilia vero e sincero succo della terra dove Vincenzo Cianfagna da anni coltiva con passione le sue vigne di Tintilia. Senza timore di smentita confermo che con pochi altri resta uno dei veri interpreti di questo vitigno, dalla provenienza sconosciuta. Ma come sempre accade, il vitigno arriva in una terra e poi si trasforma geneticamente adattandosi al territorio.
Sulla Tintilia ho già scritto nell’articolo che trovate in coda, e da cui potete approfittarne per un approfondimento. Oggi, voglio mettere in evidenza la piacevolezza dell’incontro con Vincenzo Cianfagna, sempre troppo umile, quasi a chiudersi a riccio ad ogni approccio di comunicazione.
Per lui parla la sua Tintilia e, sopratutto il Sator chiamato Gran Maestro, ma in realtà è la riserva 2011, con fermentazione spontanea in acciaio e affinamento in barrique (molto breve).
Il colore è come deve essere impenetrabile, i profumi sono ricchi e molto persitenti, eleganti, suadenti, dall’esordio ricco di note marine (grazie al terreno ricco di sedimenti marini), la spezia varia dalla cannella al pepe nero, per arricchirsi di anice stellato. Le erbe amaricanti avvolgono e rilanciano dei profumi che si portano sul frutto nero come ribes, e in seguito tornano sul tabacco e note resinose.
Al palato è sontuoso, il sorso riempie ogni angolo con morbidezza assoluta e tanta acidità che lo rende abbinabile a tanta cucina di carne sia in tegame che alla brace. Perfetto anche sui formaggi stagionati sia a pasta filata che con i classi pecorini.
Non ci crederete, ma noi lo abbiamo bevuto su questo rombo fresco cotto su letto di patate al forno e, devo dire che il risultato ci ha stupiti…
Azienda Agricola Cianfagna