La miglior finale di sempre testimonia la crescita del talento dei giovani chef, e premia la maturità di Ciro Scamardella che con simpatia, un pizzico di umiltà, indubbie doti tecniche, ha saputo convincere la giuria. Il suo piccolo menù servito ieri sera si è dimostrato complessivamente il più equilibrato, convincente, senza per questo essere banale o piacione.
Ma anche gli altri hanno sorpreso per doti e capacità: da Marcello Tiboni (Locanda Walser di Riale Formazza) che ha ben giostrato con i sapori delle sue montagne a Francesco Brutto (Undicesimo Vineria di Treviso) sempre originale e audace con le sue foglie erbe ed accostamenti imprevedibili; da Giuseppe Lo Iudice (Retrobottega di Roma) il più abile a fare ottime cose con pochi ingredienti a Isabella Potì (Bros di Lecce) che unisce grazia precisione ed eleganza a soli 20 anni! Insomma una finale da incorniciare. Ci complimentiamo con Ciro Scamardella, 28 anni, sous chef di Roy Caceres a Metamorfosi di Roma che con una “fresella” intrigante e composita, e dei “ceci e baccalà” in versione innovativa ed elegante, ha convinto la giuria composta da Guido Barendson, Gianfranco Vissani, Giuliano Baldassarri, Riccardo Monco e Francesco Bracali.
I premi minori: Il premio Confagricoltura per il miglior uso dei prodotti del Territorio è andato a Isabella Potì, il premio per il miglior rispetto degli ingredienti a Ciro Scamardella e il premio per l’originalità dei piatti a Francesco Brutto.
La gara pizza chef emergente vedeva in finale per il Nord-Est: Indrit Haraciu – O’Fiore Mio; per il Nord-Ovest: Matteo Moretti– Ristorante Pizzeria Lo Scalo; per il Centro, grazie all’ex-equo, Pier Daniele Seu – Gazometro 38 e Pierluigi Madeo – Pizza Man; Per il Sud, Ex-equo anche qui, Angelo Rumolo – Grotto Pizzeria Castello e Francesco Vitiello – Casa Vitiello.
Domenica 23 ottobre la giuria ha decretato come nuovo Pizza Chef Emergente d’Italia 2016 Pier Daniele Seu di Gazometro 38, Roma con le sue due pizze “Tutte le cose che non mi piacevano da bambino” e “La mia marinara”.
Gli intrattenimenti per il pubblico del Cooking for Art sono stati molti altri: tre cene stellate, due il sabato e una la domenica. Sabato i Fratelli Serva della Trota (2 stelle Michelin) e Luigi Taglienti del nuovo Lume di Milano in Via Watt 37, location che ospiterà la tappa del Nord di novembre del Cooking for Art edizione 2017. Altra cena stellata la domenica, Riccardo Monco dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze (3 stelle Michelin) e tre pranzi legati al Consorzio del Morellino di Scanzano; domenica con lo chef Davide del Duca di Osteria Fernanda di Roma insieme a Roberto Campitelli di Osteria di Monteverde; lunedì Marco Bottega di Aminta Resort di Genazzano e in fine La scuola Le Chefs Blanchs, scuola di cucina interna alle Officine Farneto.
La novità di questa edizione è stata l’area Mercato che ha visto alternarsi per tutti e tre i giorni le migliori Botteghe Romane tra panifici, pastifici, pescherie, macellerie, formaggerie e pasticcerie con le loro specialità.
Grande successo anche per la presentazione della guida del Touring Club Italiano Alberghi e Ristoranti d’Italia 2017 curata ormai da anni da Luigi e Teresa Cremona. Durante la manifestazione sono stati premiati e consegnati gli attestati a quasi 1000 tra ristoratori e albergatori Italiani inseriti nella guida 2017.
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Fonte: Ufficio stampa www.witaly.it