

E’ innegabile la mia passione per l’Abruzzo, naturalmente senza rinnegare l’amore per la mia amata Puglia.
Ritorno dopo anni e molto volentieri a Civitella del Tronto una cittadina intrisa di storia e, nell’arrivare vi accoglierà un panorama mozzafiato, una strada in cui sarete obbligati a rallentare a causa delle curve ma questo vi permetterà di godervi il territorio.

DANIELE ZUNICA E ANDREA DE PALMA
L’occasione mi viene offerta durante una mia trasferta grazie alla quale ho la possibilità di visitare la Cantina Barone Cornacchia di cui ho già scritto e la sera è prevista una cena da Daniele Zunica un ristorante che amo moltissimo, dove trovo un’accoglienza d’altri tempi e una cucina che non si discosta mai dalla tradizione.
Civitella è un piccolo borgo incastonato nelle Colline Teramane a circa 600 m.s.m e il silenzio è assicurato come pure le passeggiate saranno rilassanti perché non troverete il caos di macchine e altro.
Da visitare assolutamente è la Fortezza militare del XVI secolo un’opera di ingegneria militare fatta costruirre del re di Spagna Filippo II d’Asburgo: il resto ve lo leggete dal sito ben fatto www.fortezzadicivitella.it
Parcheggiate nei pressi di porta Napoli e poi a piedi si accede alla piazzetta da cui si gode di un panorama unico: è come attraversare uno “Strargate” ritrovandovi in un’altra dimensione: silenzio, pace, aria pulita e soprattutto la cucina di Daniele Zunica…
Si, proprio in piazza c’è l’Hotel Zunica con Daniele ad accogliervi, un professionista che non arriva dal nulla, ma in questo mestiere ci è nato.

Il pane a lievitazione naturale
Lo si evince fin dall’ingresso nel suo albergo e dallo stile della sua ristorazione con una cucina fresca che mai si discosta dalla tradizione, ai fornelli una brigata giovane ma piena di entusiasmo e buone capacità professionale, anche in sala il servizio è fatto da giovani ma sorprendentemente con garbo, professionalità e attenzioni continue.
In estate si cena in piazzetta con una mise en place adatta al periodo e al luogo, e la compagnia è quella giusta, con Caterina Cornacchia e altri amici …
L’occasione è riassaggiare il nuovo Trebbiano Macerato della Cantina Barone Cornacchia di cui ho già parlato : https://andreadepalma.it/barone-cornacchia-trebbiano-macerato-abruzzo/ .
La cena parte bene con un boccone di Tartara di agnello dalla sapidità molto accentuata e poche lamelle di tartufo a rafforzare quel tocco di terragnolo; il vino in abbinamento è il Trebbiano Casanova superiore che con solo 12,5 gradi riesce a rinfrescare l’inizio della cena: intenso i profumi di fiori e note agrumate; ricco al sorso con sentori finali di sambuco e tanta freschezza.
Si prosegue con uno spaghetto Verrigni con salsa all’aglio Orsino, peperoncino e crema di pecorino e qui la scarpetta finale ci sta alla grande: equilibrio gustativo disarmante, sapori ben integrati, in definitiva la ricchezza della sobrietà.
A seguire ecco un primo piatto che ti catapulta nel passato, quando a casa di tua nonna avanzava il ragu domenicale e il giorno dopo lo si utilizzava con la pasta come primo piatto… naturalmente non esistendo le padelle antiaderenti, si attaccava tutto sotto e il sapore ci guadagnava, a seguire abbondante formaggio pecorino grattugiato e olio extravergine a fiumi… questa è la sensazione che ho riesumato con le Ceppe con ragu di carne…
E qui d’obbligo il cerasuolo ci sta alla grande con un colore tipico da ciliegia matura e profumi che ripropongono il frutto con melograno e note di melograno; non manca anche la nota floreale, il sorso è sempre ricco di acidità e frutto con il finale morbido di ciliegia…
Il Petto di anatra funge da piatto di mezzo e l’abbinamento con il Montepulciano Vigna Le Coste 2016 è solo poesia: qui la famiglia Cornacchia ci riporta alla tradizione del Montepulciano con una bevuta fresca e mai pesante: una tecnica di lavorazione che riprende i dettami dei fondatori e maturazione in botti grandi.
Il naso è intriso di note di china, erbe officinali e amarena tutto in equilibrio fra loro e abbastanza distinguibili. Nel berlo i tannini sono uniformi e vivaci di buona fattura, frutto di macerazioni ben fatte. Il gusto nel complesso resta moderno ma con la classica liquirizia che accarezza il palato con un finale fresco e ricco di frutto.
Il finale del menu è assicurato dalla Pizza dolce, un dessert che nella ristorazione classica si chiama Zuppa Inglese di origini italianissima -ma di inglese non ha nulla, un pan di Spagna bagnato con liquore Alchermes alternato a crema pasticceria classica e al cioccolato di una leccornia: e qui una Varnelli con ghiaccio ci sta alla grande.
Bene, allora non fatevi scappare questo fine settimana alla corte di Daniele…
Immagini di Civitella del Tronto
Hotel Zunica 1880
Piazza Franciscus Filippi Pepe 14
Tel: 0861 91319 – sito: www.hotelzunica.it
Aperto pranzo e cena
Chiuso: lunedì – mai in estate
Ferie variabili
Prezzo: da 35 a 70