Un nobile nome per un nobile vino, ma anche tanta sostanza nel bicchiere e, non posso dire inaspettata, perché è un vino che conosco da tanti anni: prodotto fin dal 1991 da una cantina storica a Gravina in Puglia della famiglia D’Agostino.
Il territorio è quello giusto: collinare, calcareo e ventilato, a 550 mt s.l.m, escursione termiche, non manca nulla in questa “ricetta” rodata dal sapiente taglio di Aglianico 60% e Montepulciano 40%… due nobili vitigni che ci regalano una bevuta opulenta e dinamica: non potrebbe essere altrimenti perché la madre è un vigneto di vecchie viti ad alberello sulla murgia pugliese.
L’invecchiamento in botti di rovere per ventiquattro mesi ne fanno un prodotto di carattere dove Il Montepulciano segna i profumi con note di cuoio, fieno, sottobosco e amarena, mentre l’Aglianico si rende protagonista di sentori complessi di spezia come alloro, balsami e umami… la liquirizia chiude un quadro olfattivo di tutto rispetto; il gusto è segnato dal nobile Aglianico, con tannini ben amalgamati al frutto e sapidità e minerlità insistente.
Un vino degno di un abbinamento con il soffritto di maiale, un piatto dai sapori atavici, che rivangano ricordi del lavoro contadino, della tavola comune, del piatto unico dove inzuppare tanto pane e rinfrancarsi con un ottimo bicchiere di vino rosso.
www.botromagno.it
1 commento. Nuovo commento
Caro Andrea ecco un vino che anch’io conosco e apprezzo da tanti anni, credo siano state le prime bottiglie che ho acquistato nel lontano 1997, direttamente nella vecchia sede della cantina in quel di Gravina.
Insieme, lo ricordo bene, al mitico Bianco Gravina DOC e ad una bottiglia del loro dolce Gravisano . Erano altri tempi, Il Pier Delle Vigne ,aveva una bottiglia più leggera (che rimpiango) una diversa etichetta ma anche e soprattutto una diversa cifra stilistica , improntata ad una minore dolcezza del frutto e invadenza del legno che oggi , mi sembra,sia una caratteristica comune dei rossi di questa cantina… nel mio personalissimo gusto questo vino oggi è un po troppo “piacione” e neanche con un adeguato invecchiamento le caratteristiche gustative cambiano più di tanto….però, tanto di cappello ad un degno rappresentante della enologia murgiana.