Si parla spesso di un mercato sempre più orientato verso vini più “easy”, a basso tenore alcolico, leggiadri, ricchi di brio e, soprattutto, di una spumantizzazione meno complessa ma più leggibile – basti pensare al successo del Prosecco.
Eppure, quando parli con i produttori si continua a puntare quasi esclusivamente della loro scelta orientata verso il metodo classico: lunghe soste sui lieviti e mesi contati con orgoglio – e lo si vede negli occhi che brillano mentre ne parlano.
Ne ho assaggiati molti ad Abruzzo in Bolla, ma il risultato è stato, nella maggior parte dei casi, non all’altezza delle aspettative: spuma grossolana, aromi coperti, naso respinto. In diversi casi bisognava aspettare che il vino “si calmasse” prima di poterlo davvero avvicinare. E intanto, il vitigno? Quasi sempre relegato in secondo piano. L’identità – quella vera, fatta di territorio e varietale – lasciata fuori dal bicchiere.

Luigi di Camillo e Antonio Paolini
Mi ha colpito, invece, il nuovo corso intrapreso da Luigi di Camillo di Tenuta i Fauri, che guarda al mercato con realismo, producendo diverse bollicine, nessuna con metodo classico. Ed ecco che scopro Alba Rosa: un metodo Martinotti da uve a prevalenza Montepulciano, con una leggera presenza di Pinot Nero.
Il colore rosso cerasa anticipa un frutto integro – ciliegia fresca e fragola – avvolto da delicate sfumature floreali. La bolla non è invadente, anzi: rinfresca il palato, esaltando i sentori fruttati.
Un vino che non chiede attenzione, ma che si fa bere con piacere. Perfetto per una serata tra amici, un aperitivo senza pensieri, una tavola informale. E soprattutto: il Montepulciano c’è. Non nascosto, non trasformato. È lì, presente e godibile.
Questo è il tipo di vino che può avvicinare i giovani, convincere i diffidenti, sostituire i superalcolici e scacciare la paura dei vini dealcolati. È un vino che parla chiaro – senza bisogno del sommelier.
Tenuta I Fauri
STRADA PROVINCIALE PIANA GRANDE 66010 Ari, Italy
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