Fa caldo. Qui in Puglia, il caldo è parte del paesaggio: ti entra nelle ossa, ti rallenta il passo, ti costringe a cercare rifugio nel mare. Il litorale barese pullula di vita: famiglie, giovani, anziani tutti in cerca di refrigerio.
Ma è al rientro, quando il sole si abbassa e la fame si risveglia, che la vera liturgia comincia.
Si torna a casa e ci si ferma a comprare ciò che il nostro mare regala ogni giorno: tagliatelle di seppia, polipetti crudi, cozze pelose e, — per chi ha fortuna o agganci — le introvabili ostriche imperiali.
Poi tutti a tavola. E via con una bottiglia di vino bianco freddissimo. La Puglia, oggi, è terra ricca anche di bollicine di qualità: ce n’è per tutti i gusti dal metodo classico ai piacevolissimi metodo Martinotti.
Ma io vi voglio parlare di un’altra scelta. Un abbinamento d’amore. Un vino che non si sceglie per moda, ma per istinto: Il Velo di Sposa.
Un macerato leggero ma dalla forte identità, un orange wine per i più fighetti.
No, non arriva dal Carso — territorio che rispetto e conosco bene — ma dalla nostra terra: è 100% pugliese, made in Murgia. Vi anticipo: è un bianco leggermente macerato sulle bucce.
Dietro c’è la passione di Fiorella Paradiso, giovane e talentuosa enologa che lavora per Lamonarca, una realtà produttiva a Ruvo di Puglia di ampio respiro.

Rocco Lamonarca – Fiorella Paradiso
Con le uve murgiane a disposizione ha scelto di fare qualcosa di nuovo: una linea dedicata alla ristorazione, che sappia parlare di territorio. Nasce così questa piccola chicca.
In questo vino convivono tre varietà autoctone, ognuna con la sua voce: il Moscato regala sentori di frutto giallo come l’albicocca e spezie gialle. Il Bombino Bianco porta struttura, acidità vibrante, equilibrio. La Malvasia arrotonda il tutto con sfumature di sambuco e pesca gialla.
Le uve diraspate subiscono una macerazione con le bucce per una decina di giorni dove terminano la fermentazione e poi il vino affina in anfore di terracotta. In seguito è imbottigliato senza filtrazione.
Il risultato? Un vino gastronomico, identitario, contemporaneo — che parla pugliese, ma con accento elegante.
Non è solo un vino da aperitivo: è un vino da mare. E per mare, intendo mare vivo, crudo, vero.
Impareggiabile con le Ostriche soprattutto quelle imperiali, dove l’abbraccio salino si sposa con la morbidezza e mineralità del vino. Con i ricci di mare: la loro dolcezza si bilancia con l’acidità e profumi fruttati del vino. Con i polipetti e tagliatella di seppia crudi: il frutto maturo ne esalta la texture e il carattere.
Ma attenzione: va servito freddo, molto freddo. Non solo per dissetare, ma per mettere in risalto le sue anime: quella agrumata, tesa, verticale, e quella più morbida, floreale, che arriva subito dopo, in un finale lungo e pulito.
Non male anche l’abbinamento con le paste lievitate ì, ma qui bisogna alzare la temperatura: ne riparleremo in inverno.
VINICOLA LAMONARCA
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