Una serata pensata da Riccardo Brighigna, enologo di Cantina Tollo, e Gianpiero Laviano della Confraternita del Grappolo in Abruzzo.
Mi sono sempre definito un rossista, ho sempre amato la complessità olfattiva, la capacita evolutiva di alcuni vini, che sanno donarsi, prima in modo sommesso, poi esplodono con profumi intensi e suadenti. Vini che sono più vini nello stesso bicchiere; vini che non ti stancano, ma ti tengono sempre attivo, che ti stimolano in continuazione, che riescono a regalarti emozioni diverse.
Questo è il caso del Trebbiano c’Incanta della Cantina Tollo, un bianco lavorato con la tecnica dei vini rossi; macerazione con le bucce per 15/20 giorni, fermentazione con lieviti autoctoni e successivo affinamento in cemento, con sosta sui lieviti e non filtrato; ottenuto da pergola abruzzese di 20/25 anni, su terreni mediamente calcarei.
Con questo metodo di lavorazione, che dipendono i metodi di produzione dei nostri nonni, si ottengono vini più longevi, da non potersi bere in annata; vini che vanno aspettati. È un modo di riappropriarci delle tradizionali metodologie di vinificazione.
Non si può fare un paragone con altri vini bianchi, perché sono completamente diversi, ma, vanno associati ai vini rossi sia per il servizio che per alcuni abbinamenti; ma, in quest’ultimo caso hanno una marcia in più, perché sono predisposti per più piatti; dai classici antipasti di mare e non solo, ai primi e secondo ben strutturati, ma attenti a giocare bene con le temperature.
Quindi basta a richiedere bianchi di annata, ma lasciamoci consigliare dal sommelier e ristoratore preparato.
Ma, la domanda nasce spontanea a tutti, “perché dobbiamo aspettare un bianco”. Bene io credo che questi vini sono come delle donne che sanno concedersi lentamente, che sanno farsi attendere e far accrescere in noi la curiosità di quello che è, e che sarà…
La degustazione delle vecchie annate, già sentite alla loro uscita dopo due anni dalla vendemmia, mi ha solo confermato quello che mi aspettavo.
Un 2008 fantastico, elegante e sinuoso nel palato con profumi sobri delineati e tanta cremosità gusto olfattiva. Ma ne parliamo dopo.
Partiamo dal Trebbiano 2012 degustato nel maggio 2015, conferma la tesi, che sono vini che vanno aspettati; colore giallo carico intenso, note di miele e fiori macerati, ma ancora arruffato su se stesso, bella nota sapido acida e buona struttura.
Il Trebbiano 2011 ci fa spalancare gli occhi; sempre colore giallo carico, ma dai profumi intensi e ben definiti, ma ancora tanta capacità evolutiva.
Appena aperto emergono sentori di creta , fiore giallo, rosa e miele, il tutto avvolto da note di salmastro e zenzero; seguite da spezie come curcuma e poi ancora frutta disidratata, con un finale di tabacco bianco; al palato esordisce morbido con tanto frutto e sapidità spavalda, associata a tanta mineralità e ottima acidità, che gli doneranno molta longevità. Il finale ci riporta sensazioni di foglie di tè, nocciola tostata e sambuco. Man mano che il tempo passa, si apre ancora e ci regala sensazioni di cremosità diffusa, associabile a note delicate di pasticceria. Insomma si è capito che è un vino da comprare a casse e dimenticarlo in cantina, per goderne nei momenti speciali.
Il Trebbiano 2010, risente di un’annata piovosa, e bevuto assieme agli altri mette in mostra la sua più esile struttura, ma si difende bene. I profumi vertono sul mentolato, note bucciose, e bella freschezza gustativa, con il mentolato che ritorna sommato alla sapidità, ne fanno un vino da bere subito.
Del Trebbiano 2008 ne abbiamo già accennato, è un vino pronto che conferma la capacità di invecchiamento e di migliorarsi. I profumi si sono affinati divenendo eleganti e fini, con fiori gialli e nuance di spezia bianca associate a note di cremosità intense; al palato irrompe la solita spalla acida, che caratterizza tutte le annate, poi immancabile la morbidezza che avvolge tutto con sapidità che lo sospinge verso toni di estrema piacevolezza. Un vino pronto da goderne subito.
I vini suddetti sono stati messi a confronto con il Tocai Friulano JAKOT IGT 2009 (Friulano) – TERPIN, un vero capolavoro di Orange wine, un vino con fermentazione in tini di rovere di Slavonia per circa 8 giorni, lieviti indigeni, maturazione 12 mesi in botte di rovere, 12 mesi in vasca di acciaio e successivamente un anno in bottiglia.
Colore che verte sul tabacco con unghia aranciata, pulizia di profumi che ricordano, il tabacco, noci tostate, agrumi disidratati e tanto altro; al palato è un’esplosione di gusto.
Molto personale la Ribolla Gialla 1999 – GRAVNER, una versione che rispecchia la tecnica di lavorazione del produttore, fermentato con macerazione tra i 10 ed i 14 gg in grandi tini di legno ad affinato in botti di rovere per 3 anni. Imbottigliato senza chiarifiche e filtrazioni.
Vini su cui si può dire molto, ma restano di difficile interpretazione. Sono i classici vini che per poterli bere bisogna costruirci il piatto su misura.
Trebbiano d’Abruzzo Doc C’Incanta
Cantina Tollo
Viale Garibaldi 68, 66010 Tollo CH