Marina Palusci non da solo il nome all’azienda ma è la madre di Massimiliano, un giovane che ha deciso di portare avanti la tradizione di famiglia: l’agricoltura. Prima studia all’Agrario con il prof. Seghetti e poi si tuffa nella gestione dell’azienda agricola. Ma perché ne parlo? Perché, visitare la loro casa-azienda mi è sembrato di fare un salto nel passato, quando i tempi del quotidiano erano scanditi dal lavoro nei campi.
Arrivo nel pomeriggio verso le 16,00 a Pianella, località famosa per la qualità dell’extravergine. L’incontro era fissato vicino a un bar, dove lesto entro per chiedere informazioni, ma neanche faccio in tempo a parlare che resto a bocca aperta, catturato dalle centinaia di distillati esposti dietro, sopra e tutt’intorno al banco.
Alle mie spalle arriva Massimiliano che avendo colto il mio innegabile stupore annuisce con sguardo vissuto che la passione di un singolo rende grande un insospettabile bar di paese, frequentato da molti avventori, provenienti da Pescara e dintorni: una migrazione al contrario… bellissimo.
Ma torniamo a Marina Palusci che ci aspettava mentre finiva di lavare panni e altro nel lavatoio esterno alla casa, accendeva il fuoco, rimproverava il cane, tagliava le patane da friggere, rispondeva al telefono e… tanto altro: si accorgeva distrattamente di noi che rischiavamo di finire nel suo fare quotidiano. Insomma eravamo difronte al classico matriarcato rurale, mai scomparso, ma da sempre latente nel nostro tessuto sociale. Il suo modo di comunicare era sottile ed efficace: come accade per i grandi leader, ti lascia pensare che decidi tu ma alla fine sono loro che decidono tutto.
Dopo questa disamina sulla figura materna, passiamo a Massimiliano che con fare da ottuagenario, mi fa gironzolare per gli uliveti e infine mi mostra un vigneto di trebbiano abruzzese (non toscano) e il pecorino. Gli ettari di uliveto sono venti mentre solo sette quelli destinati al vigneto. Le varietà di olive coltivate sono la Dritta, Leccino, Leccio del Corno, Intosso, Maurino e Pendolino. La raccolta avviene con la brucatura manuale e le olive sono raccolte in cassette di plastica forata. La molitura avviene entro le dodici ore successive alla raccolta. La molitura avviene in frantoi con il sistema a ciclo continuo a due fasi con estrazione a freddo e, solo per il novello è utilizzato un frantoio tradizionale con macine in pietra.
Finalmente andiamo ad assaggiare i grandi olii di Palusci, si perché questa azienda è conosciuta per gli extravergini. La svolta arriva da Massimiliano che inizia a imbottigliare e a girare con la “valigetta” per l’italia a far conoscere le eccellenze di famiglia. Ben pensata e centrata è la sua linea di oli in bottiglia per la ristorazione con tappo antintrusione.
Degustazione gennaio 2015 con oli extravergine annata 2014
Sono due le etichette monovarietali top aziendali; la prima è ottenuta dalla varietà Dritta da cui si ottiene l’orgoglio dell’azienda “L’Uomo di Ferro” un olio intenso e fine nei profumi. L’esordio è con note delicate di pomodoro e mandorla, con fondo vegetale di cicoria, al gusto si mostra delicatamente amaro e piccante. L’ideale abbinamento per quest’olio dal gusto intenso è con minestre di legumi e/ di verdure con paste fresche e/o con carni.
Dalla varietà Leccio del Corno si ottiene “L’Alchimia” si distingue per la sua delicatezza al gusto e flessibilità negli abbinamenti: il naso è solcato da note dolci di frutti di bosco, camomilla associate e rinfrescanti nuance vegetali, al gusto si distingue per un giusto equilibrio fra amaro e piccante, dovuto alla raccolta tardiva: eccellenti gli abbinamenti con piatti di pesce e pesci crudi in marinata o affumicati, come pure con carni bianche.
Altra chicca monovarietale stagionale è l’etichetta “I Oil”, ottenuto dalla varietà Intosso olio pensato per piatti di verdure crude e piatti delicati, vista la sua delicatezza di gusto e giusta piccantezza con profumi sussurrati di origano e pomodoro, ma non disdegna associazioni con crostacei, verdure grigliate e tanto altro.
Poi c’è “Olio Mania” che nasce da un blend d’annata -quasi da definirlo un millesimo che non si ripeterà. Pensato ma adatto a abbinamenti poliedrici, dal gusto fresco, agrumato e mentolato.
I prezzi delle bottiglie variano da 6,00 a 16,00 euro per ½ lt.
Terminato il tour con gli olii, Marina ci chiama tutti a tavola, e qui la cosa si fa seria e preoccupante. La tavola si trova vicino al fuoco (manca solo il paiolo con la polenta o la zuppa e il quadro medievale sarebbe completo), con salsicce di maiale fatte quindici giorni prima appese di fianco e le patate fritte che ci aspettano: vano ogni mio tentativo di ridurre le quantità che mi mettevano nel piatto.
Mentre la Marina mi colmava il piatto, Massimiliano mi colmava i… bicchieri di Pecorino, Montepulciano e poi la sciabolata finale è stato lo spumante ottenuto con metodo ancestrale, fermentazione in anfora: una progetto/chicca in via di definizione, come lo sono anche i vini fermi.
Tutti sono ottenuti con fermentazione spontanea utilizzando il piede di fermentazione con diraspatura delle uve, pressatura soffice tradizionale, non filtrati con maturazione e affinamento in acciaio.
È inutile porre l’accento sull’estrema tipicità e aderenza al vitigno/territorio di ognuno, l’unica differenza è data dall’annata: tutti sono segnati da profumi intensi e selvatici, agrumati e/o mandorlati con fiori per il pecorino 2012; nota salmastra con toni tipici di cuoio e aromatici di foglia di alloro e timo nei profumi del Montepulciano 2010. Al palato il Pecorino è una girandola di sapori fra acidità e frutta bianca; il Montepulciano attacca con tannini uniformi e maturi, ricco di vivacità e tanta sapidità, finale da ottimo vino di campagna.
Costo orientativo di entrambi da 9,00 a 12,00 euro
Azienda Agricola Palusci Marina
Contrada Fonte Gallo 2
65019 Pianella (PE)
tel. 339 2285185 – fax. 085 971509