… vi è mai capitato di dirvi «oggi mi voglio farmi del bene», ho voglia di mangiare qualcosa di buona e bermi un ottimo bicchiere.
Per passione giro molti ristoranti e, più ne giro e meno voglio girare. Non è un gioco di parole ma è quello che mi succede.
Da tempo avevo voglia di mangiare un piatto di tubettini in brodetto di pescatrice e canocchia, con qualche cozza e giusto due gamberetti, solo per il gusto di «succhiare» un brodetto di pesce fatto bene accompagnato da un gran vino.
Un piatto quasi scomparso dalle carte, forse per il timore di mettere a tavola il cucchiaio, uno strumento del piacere che ci riporta all’infanzia e magari ci ricorda le sbrodolate con risucchio…!?
O forse perché c’è questa gran voglia di sorprendere il cliente nel fare “disegnini” nel piatto da grandi artisti…? O magari costa troppo sprecare delle canocchie freschissime e una testa di pescatrice -il resto lo mettete con la pasta-.
Vabbè… mi preparo il mio brodetto, cucino a mestiere cozze e gamberetti senza stracuocerli e unisco il tutto. Poi prendo dei pomodorini di stagione, li spadello con aglio e timo e li unisco al resto.
Cuocio al dente la pasta e termino la cottura, ma giusto due minuti, con il brodetto. Spolverata di prezzemolo tritato e vi assicura che chiudevo gli occhi quando assaporavo il tutto.
La vera verità è che volevo stappare un Vigna di Capestrano 2018 di Valle Reale, ora è il momento giusto per berlo.
Un vino da uve Trebbiano con fermentazione spontanea in acciaio con sosta sui lieviti per almeno un anno, che raggiunge il suo splendore solo dopo qualche anno in bottiglia.
La cantina Valle Reale è a Popoli (AQ) a circa 300 mt slm mentre la vigna -solo quattro ettari- si trova a Capestrano a 400 mt s.m, storicamente era la vigna del convento dei Francescani in un territorio incontaminato, attraversato dal fiume Tirino.
Un Cru che partorisce vini esclusivi, a cui bisogna dargli tempo per esprimersi, dalle note di frutto e tonalità speziate nette.
Non aspettatevi intensità olfatti immediata, nel bicchiere si apre con modestia ma poi si vi regalerà emozioni vere. Il pepe bianco e pietra focaia si fondono alle note di elicriso, donando nuance di liquirizia, e una ventata di salsedine ravviva il tutto.
La bevuta è quasi salata, minerale, elegante con un sorprendete equilibrio fra acidità e frutto.
Un abbinamento d’amore con i tubettini che non possono fare altro che cedere il passo ad un grande vino. Il piatto dei tubettini è mio, ma il maestro di questo grande vino è Leonardo Pizzolo. Solo andando a trovarlo potrete capire vini del genere.