A breve degusteremo la nuova annata, che da indiscrezione sembra in crescita qualitativa…
Non voglio parlarvi del Niko Romito imprenditore di successo nella ristorazione con il “Reale” e la “Tenuta Casadonna” a Castel di Sangro in Abruzzo; capace di geniali interpretazioni culinarie e sperimentatore per eccellenza, ma del vignaiolo -si avete capito bene, anche in questo non vuole fare cose “normali” e con tanta lungimiranza raccoglie la sfida di Andrea di Fabio e Riccardo Brighigna, rispettivamente direttore generale della cantina “Feudo Antico” ed enologo.
Insomma un progetto audace che vede coinvolti anche l’Università degli Studi di Milano e lo staff del Professor Attilio Scienza.
Qualche anno fa impiantano un vigneto di Pecorino proprio davanti alla Tenuta Casadonna: obiettivo capire le potenzialità del vitigno a certe altezze e la valorizzazione dei territori montani al fine di non essere abbandonati, certo è che la vite era già coltivata in quelle zone a 860 mt sul livello del mare, con un terreno a lieve pendenza con abbondante scheletro e poco fertile. Le condizioni climatiche sono paragonabili a quelle del nord Italia, con notevoli escursioni termiche durante l’anno, condizioni ideali per il Pecorino che ha già dato ottimi risultati in Abruzzo ad altezze importanti e non solo, come dimostrato dalle splendide interpretazioni di altri produttori vicino alla costa. Tranquilli… non sostituirà il trebbiano ma ne sarà degno ambasciatore d’Abruzzo assieme al Montepulciano.
La densità d’impianto è elevata, considerando i 6.250 ceppi per ettaro con un sesto d’impianto di m 2 tra le file e di m 0.80 sulla fila, per un totale di sei ettari. L’elevata fittezza d’impianto determina una competizione fra le viti con l’obiettivo di limitare lo sviluppo vegetativo e anticipare la maturazione. A fare da compagnia al vigneto c’è un orto e un frutteto, insomma l’deale per un soggiorno nelle graziose e accoglienti camere della Tenuta Casadanna.
Ora, da chi sia partita l’idea poco importa, certo è che voler fare un Pecorino così in alto è davvero intrigante e, la prima vendemmia, presentata al Vinitaly 2015, ha dato risultati lusinghieri che hanno posto le basi per continuare.
Le uve sono state vendemmiate a fine ottobre, la fermentazione è avvenuta in modo spontaneo ad opera dei lieviti presenti sulle uve in barrique di 3/4 passaggio di acacia l fine di arrotondare il carattere irruento del vitigno. Sono seguiti sei mesi sui lieviti senza travasi negli stessi fusti di fermentazione. La malolattica non viene svolta e il vino è imbottigliato senza filtrazione. Nel 2013 sono state prodotte ottocento bottiglie.
La degustazione
Pecorino Terre Aquilane Igp Casadonna 2013
Al naso emerge subito la vigoria di una vigna giovanissima che scalpita e vuole da subito mettersi in mostra. Già dal colore e dalla consistenza si emergono segnali certi, di un vino di razza. Dal bicchiere fuoriescono profumi intensi e molto persistenti di agrumi e fiori bianchi, seguiti da note speziate e di idrocarburi –la longevità di questo vino spicca da subito. Al primo sorso mi lascia senza respiro, da subito attacca con un’acidità pungente e spigolosa che assieme alla sapidità lo rendono elegantemente scompigliato ma accattivante. La copiosa mineralità lo rende quasi salato e va rinforzare un corpo importante –degno figlio della terra che lo ha procreato. Ma quando pensi che tutto sia finito li, arriva la piacevole sorpresa; il finale gustativo mi lascia il palato intriso di erbe fresche, anice e spezia bianca come il pepe e, non finisce mai…
A bicchiere vuoto continua a regalare emozioni olfattive e persistenti.
Per gli abbinamenti non resta che l’imbarazzo della scelta, con la struttura che si ritrova può agilmente competere con minestre e primi piatti della cucina abruzzese, anche con sughi leggeri di carne, fughi e tanto altro. Nei secondi oltre che a tutti i piatti di pesce, può agevolmente confrontarsi con piatti di agnello con verdure e animali da cortile cotti in casseruola. Sto pensando al mio menu dove berlo: Pallotte cacio e ove, Scrippelle in brodo e Mazzarelle. Non vedo l’ora di provarlo.