Un territorio e un vino che mi affascinano da tempo è la Mosella con i suoi Riesling con le sue note acide taglienti ma mitigate ed equilibrate dalla morbidezza ottenuta dalla voluta surmaturazione delle uve, un vino camaleontico e dinamico, che riesce a stupirti a ogni sorso con la sua eleganza e profumi prorompenti.
Un vino apparentemente facile, snello e piacevole da bere quando è giovane, ricco di note floreali, ma, con l’invecchiamento grazie ai suoi precursori aromatici, sviluppa note di idrocarburi e nuance agrumate delicate, avvolgenti e intriganti. Un vitigno che non teme la longevità con i più grandi Chardonnay.
Culla di questo vitigno è il fiume Mosella in Germania (per approfondimenti trovate molto su internet) collocato sulle zone più alte per poter meglio carpire la rifrazione solare delle acque. Ci troviamo ai limiti della coltivazione della vigna (50° parallelo) e l’acidità e prevalente, quindi inevitabile la surmaturazione fino ai limiti per il riequilibrio gustativo.
Se poi ci mettiamo anche il terreno fatto di ardesia (in altura con pendenze del 70%), che con le piogge rilascia potassio e arricchisce il vino con note minerali marcate, si giustifica una nota zuccherina maggiore: e vi assicuro che la piacevolezza e l’equilibrio sono encomiabili.
Altra caratteristica che mi ha tolto il respiro e spinto a bere svariati bicchieri, è la bassa gradazione dei vini destinati all’invecchiamento come gli “Auslese” e il 1990 si è dimostrato didattico sotto ogni puto di vista, dalla complessità olfattiva e un equilibrio gustativo perfetto.
Ora possiamo entrare nei dettagli. Di questa piacevole scoperta devo ringraziare l’amica Marina Cvetic Masciarelli e sua figlia Miriam in occasione della sua festa annuale dedicata ad amici e clienti, presso il Castello di Semivicoli, che ha organizzato una verticale dell’azienda ST. Urbans-Hof di Leiwen.
La sera prima baci, abbracci e strette di mani in piscina del Castello di Semivicoli (le foto parlano da sole) e, naturalmente tanto buon cibo e vino. Personalmente dopo aver assaggiato varie tipologie presenti, dalla linea Cvetic al Villa Gemma, per un ottimo Meursault, mi soffermavo spesso (senza conoscerlo) su Riesling “Trocken” 2016 che è la versione secca con solo 11,5° : e li ci sono andato pesante, ma ho dormito perfettamente.
Il giorno dopo lo ritrovo come primo vino i degustazione, un vino volutamente creato per iniziare i pasti e berne senza sosta come aperitivo: vi anticipo subito che mineralità e acidità sono molto accentuate in tutti i vini, quindi non sto a ripetervelo, quasi a diventare salati.
Il colore era quasi un bianco carta che si arricchiva di note verdognole, nei profumi floreali e ricchi di erbe come il rosmarino, emergeva la nota agrumata. Al gusto bevibilità assoluta e zero zuccheri, vinificato e maturato solo inox.
Il secondo vino è la seconda versione in ordine di quatità di zuccheri presente, il Kabinett Wiltinger Alte Reben 2016, prodotto da uve surmature e contiene orientativamente fino a 60 grammi per litro di zucchero residuo. Lavorato solo inox e riprende le stesse note olfattive e gustative del precedente, con la sola variante della maggiore morbidezza.
Ora iniziamo con le selezioni e si passa nuovamente a un Riesling Trocken Sarfeilser GG 2015, dove “GG” dicono sta per Gran Cru: infatti scopro che già dal 1779 è stata fatta una zonazione dei vigneti come in Francia e, i vini erano apprezzati tanto quanto i famosi Chardonnay della Borgogna. Poi varie vicissitudini ne hanno ridotto qualità e costi. Ma oggi, da parte di molti giovani produttori, c’è la voglia di rinascere puntando sulla qualità, con selezione, coltivazione biologiche e biodinamiche.
Ma torniamo al vino, che da subito fa emergere note più eleganti sempre floreali e delicatamente agrumate, da sorso minerale, quasi salato, con un finale lungo e ricco di zenzero (fermentazione inox, affinamento legno).
Il Riesling Spatlese Piesporter Goldtropfchen 2015 (fa parte della categoria ottenuta da uve vendemmiate in ritardo e un residuo zuccherino max di 80 grammi litro). Alla degustazione è molto simile al precedente ma con una morbidezza maggiore. Da quanto ci dicono, questa versione di Spatlese ha una gradazione di soli 8°, anche perché bloccano la fermentazione con Co2, non fa malolattica, questo perché si vuole evitare che l’uva resti troppo sulla pianta e riporti note di eccessiva surmaturazione che porta ai mitici sentori di idrocarburi, ricercatissimi invece per gli Auslese molto invecchiati. E, fin qui, continuo a preferire i Trocken soprattutto nella versione Cru.
Poi troviamo la categoria Auslese, sempre con vendemmia tardiva ma da uve selezionate: e qui il livello inizia ad alzarsi seriamente. Iniziano a emergere con prepotenza olfattiva le note tipiche di idrocarburo, profumi ancora leggermente agrumati e note minerali nei profumi. Al sorso resta molto acido e minerale, dal grande equilibrio gustativo e finale elegante lasciando la bocca molto asciutta: questo è il Riesling Auslese Wiltinger 1995.
Il Riesling Auslese Piesporter Goldtropfchen 2014 ci racconta di mattine buie, dove i vigneti si nascondono dietro un velo di nebbioline, habitat ideale per la muffa nobile che conferisce setosità al gusto e profumi di frutto candito, appunto muffa dolce, e frutti esotici come mango, papaia e spezia gialla, tutto sostenuto da tanta acidità e dolcezza ben equilibrata. La bottiglia è piccolina per un nettare da gustare a fine pasto frutto di una selezione in vigna maniacale. Poche parole sulla muffa nobile, che è voluta da molti produttori perché avvolge l’acino e assorbe l’acqua concentrando zuccheri e cedendo profumi favolosi. Ad occhi poco attenti sarebbe da buttare via. Ma c’è anche la muffa cattiva, ed è il produttore a fare in modo che prevalga la prima ed evitare la seconda.
Il vino che vale tutta la degustazione è il Riesling Auslese Okfener Bockstein del 1990, dove capisci subito le potenzialità del vitigno. Dai profumi floreali e delicatamente agrumati dei Trocken per approdare all’eleganza di profumi di idrocarburi, molto ricercati dagli appassionati del genere, considerati dei difetti in altri vini. Il sorso si presenta sempre con un equilibrio spostato verso l’acidità, con la morbidezza ben equilibrata fra dolcezza degli zuccheri e la bassa gradazione in alcool ( solo 8°) . Persistenza gustativa senza limiti da cui emerge il territorio fatto di ardesia che arricchisce di minerale il palato: ho bevuto tre mezzi bicchieri da degustazione, un vino da favola…
Finale di giornata con una merenda a pranzo con arrosticini e pane con pomodoro… grande accoglienza da parte di tutti e siamo stati davvero benissimo.
Una magnifica esperienza da ripetere assolutamente. Alla prossima…
St. URBANS – HOF : http://www.urbans-hof.de
Il Castello di Semivicoli : http://www.castellodisemivicoli.com
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