

Chiariamoci… Ho tenuto questo ricordo meraviglioso ben nascosto nel cassetto per un anno perché l’ho sempre considerato un’esperienza personale, da custodire gelosamente. Ma oggi ho deciso che è giunto il momento di parlarvi di Max: della persona e della passione che mette nel suo lavoro.
Da qualche anno, il nostro Max (MassimilianoD’Addario) ha anche trovato una santa donna che ha avuto la pazienza di sposarlo. Come se non bastasse, gli ha anche regalato una splendida figlia.
Il lavoro di Max si svolge nel cuore dell’Abruzzo, a Pianella, e fa il vino con la stessa schiettezza con cui lo racconta. La sua linea “Senzaniente” è un manifesto chiaro fin dal nome. Nessuna maschera, niente scorciatoie. Solo uva, territorio, mani esperte e tempo.
Max è Il classico ragazzone con cui puoi passare giornate intere senza mai stancarti — che sia a spasso o seduti a tavola, poco cambia. Il suo olio extravergine? Sta sulle tavole dei migliori ristoranti d’Italia. Io l’ho usato per un guazzetto di moscardini… e sì, la scarpetta è durata più del piatto.
Qui sotto vi lascio una vecchia degustazione della sua linea “Senzaniente”: vini con un prezzo vergognosamente basso tanta bevibilità che ti fa star bene anche il giorno dopo come un medicamento galenico (panacea per l’anima)
E guardando la tavolata in foto, capirete da soli che il vero sacrificio è proprio andarlo a trovare. 😄
Il Senzaniente Pecorino 2022 si presenta con pulizia di naso, quasi schivo. Ma basta un attimo e si apre: fiori gialli macerati, e una nota di salsedine che ricorda l’aria di mare. In bocca è vibrante, con una frutta netta e un’acidità che fa salivare. Il finale è agrumato e lunghissimo.
Il Senzaniente Cerasuolo 2022, figlio dello stesso pensiero, è succoso e fresco. Profuma di ciliegia appena colta e scorza d’arancia. Al sorso è snello ma con grip, scorrevole e salino. Piacevole, senza mai banalizzare.
Con il Senzaniente Montepulciano 2020, Max fa un passo in più. Frutto in evidenza, un tocco di resina e una lieve nota volatile che dà vitalità ed energia. I tannini sono vivi ma sicneri. E nel finale, ancora una volta, si sente il mare.
Ma è con il Plenus Montepulciano 2009 che si tocca un picco emozionale. Spezia, incenso, frutto e mentolo. Al palato è un vino agile: ha struttura ma anche grazia, tannini e freschezza che convivono in equilibrio. Sembra raccontare una storia che parte dal sale e finisce in un ricordo di frutto dolce e nuance mentolate.
Poi arriva una verticale di Passerina: una cavalcata nel tempo con un vitigno spesso sottovalutato. Dal 2014 al 2017, ogni annata ha una voce diversa. Il 2014, con la fermentazione spontanea e una breve macerazione, sorprende per la sua giovinezza e vitalità. Pepe bianco, agrumi e una bocca tesa e sapida. Il 2015 invece gioca su toni più fumé e minerali, è ancora introverso. Ci promette emozioni future. Il 2016 è il più complesso: miele, zafferano, idrocarburi, ma ha bisogno di tempo. Il 2017, infine, è già pronto, ma sembra avere detto tutto ciò che poteva.
Max non fa vini che devono piacere ma amati. Fa vini veri. Non cerca l’applauso, ma il dialogo. Ogni bottiglia è un invito a sedersi e ascoltare. Magari con un po’ di pane, formaggio e qualcuno con cui condividere la gioia.
Azienda Agricola Marina Palusci
Contrada Fonte Gallo 2
65019 Pianella (Pe)
https://www.facebook.com/pependone