Giovedì, 10 novembre a Milano, presso il Westin Palace, piazza della Repubblica 20, alle ore 19.00, è stato presentato il libro di Luigi Moio: IL RESPIRO DEL VINO – Mondadori.
Come percepiamo gli odori? Da dove nasce quella parte invisibile del vino che da origine al suo profumo? Com’è organizzato il profumo del vino? Perché è possibile distinguere i vini in “solisti” e “orchestrali”? Quali sono gli odori che ci permettono di riconoscere un vino? Che cosa succede al profumo del vino con lo scorrere degli anni? Il vino ha una forma? Che cosa vuol dire degustare un vino? Qual’è il linguaggio degli odori del vino?
A queste e a molte altre domande Luigi Moio risponde con semplicità, accompagnando il lettore in un viaggio affascinante tra i segreti del profumo del vino. Con il supporto d’illustrazioni originali e ricche di dettagli, racconta la sua lunga esperienza di appassionato studioso del profumo del vino, riportando aneddoti curiosi e informali, senza mai tralasciare il rigore dell’approccio scientifico a questa magnifica bevanda, che da sempre delizia i nostri sensi.
[…] È un dato di fatto che il vino attrae sempre più appassionati e affascina un pubblico davvero eterogeneo. L’immenso potere seduttivo da sempre esercitato dal vino sull’uomo è innanzi tutto riconducibile alla sfera delle emozioni. Negli ultimi anni, poi, la considerazione che il vino è un bene culturale e l’espressione di tradizioni territoriali, ne ha accresciuto il fascino esaltandone anche l’aspetto estetico. In particolare, mi riferisco al suo profumo, poiché un vino che non ha profumo non è altro che una semplice dose d’alcol. Il vino, invece, è essenzialmente eleganza, classe infinita, e la sua raffinatezza sta proprio nell’attesa e nella moderazione. Il vino è il tempo che deve scorrere affinché una vigna dia i suoi frutti e questi si colorino. Un buon vino si assapora lentamente e non è certo necessario berne grandi quantità per apprezzarlo in tutte le sue sfumature.Un grande vino è fatto di piccoli sorsi.
Non solo, un grande vino è armonia di profumi e il loro fascino conquista un numero sempre maggiore di persone – esperti conoscitori e neofiti entusiasti – interessate ai segreti della degustazione del vino e alla descrizione dei suoi odori.
Da diversi anni, studiare il profumo del vino è la mia grande passione. Nel lungo periodo che ho dedicato alla ricerca, durante i tantissimi seminari che ho tenuto e naturalmente durante le mie lezioni universitarie, mi sono accorto che, quando iniziavo a parlare del profumo del vino alle platee di tecnici o di studenti, l’attenzione era sempre straordinaria. Posso affermare che in ogni occasione l’aspetto olfattivo del vino è stato quello più interessante per il pubblico. Se per esempio mi dilungavo nella spiegazione di quali e quante molecole producono determinati odori, nonostante la complessità dell’argomento, tutti gli astanti restavano a dir poco incantati, perché era come se stessi svelando loro un fantastico trucco di magia.
In questo libro sono confluite tutte le argomentazioni sul profumo del vino da me trattate negli ultimi vent’anni in ricerche, incontri, seminari, lezioni, integrate dai tanti spunti ritrovati nei miei diari personali, con l’unico obiettivo di soddisfare l’interesse per l’entusiasmante mondo del vino già palesato da studenti, tecnici, sommelier, appassionati e perfino persone astemie, molte delle quali hanno poi cambiato idea, con mia grande felicità.
Vi parlerò nelle prossime pagine di quel profumo coinvolgente, di quel suo respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza, che anticipa tutto ciò che si sente in bocca subito dopo avere avvicinato il bicchiere alle labbra. Di quel profumo che forse è l’aspetto sensoriale più straordinario del vino, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni. Il vino è la sintesi sorprendente dei profumi di tutto ciò che ci circonda, perché ha nella sua natura più profonda le tracce della terra, dei fiori, dei frutti, delle spezie, del mare, della montagna, del vento, della luce e di tante altre cose che nobilmente rappresenta.
Il vino è il mondo intero in un bicchiere.
L’atto iniziale di chiunque si avvicini al vino è infatti quello di portare il calice al proprio naso per sentirne il profumo, roteando delicatamente il bicchiere, affinché il vino in esso contenuto, simile alla Terra che ruota intorno al proprio asse, possa sprigionare la sua intimità olfattiva. Da quando esiste l’uomo, nella sua cultura gastronomica non c’è altra bevanda o cibo che preveda questo meraviglioso rituale di incontro tra sensibilità, natura ed emozione. È una gestualità mitica, quella legata al vino, che con la sua delicatezza ci aiuta a riappropriarci del nostro tempo e del nostro equilibrio interiore. (Luigi Moio).
L’AUTORE
Luigi Moio è professore ordinario di Enologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Da più di vent’anni si occupa degli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici dell’aroma del vino.
È autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Esperto scientifico per il ministero delle Politiche agricole, dal 2015 è presidente della commissione di enologia dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV) con sede a Parigi. È accademico dei Georgofili e dell’Accademia italiana della vite e del vino.
Fonte: www.lucianopignataro.it