Oggi vi porto nei Campi Flegrei a pochi passi da Napoli verso nord, proprio difronte all’Isola di Ischia, e poco lontano Capri.
Ci sono tutti gli ingredienti al posto giusto per una vacanza completa, lontana dal caos di Napoli, assaporando l’accoglienza riservata degli abitanti di queste zone, molto riservati e schivi, ma disponibili, forse grazie a questo sono riusciti a preservare un territorio unico e affascinante. Non dimenticate di visitare la solfatara.
Una terra ricca di Laghi e di vulcani: si, perché non c’è solo il Vesuvio, qui l’attività vulcanica ha lasciato varie testimonianze e tutt’intorno vigneti e laghetti. Tanti piccoli areali in cui prendono vita solo due varietà di vitigni, la Falangina è il Piedirosso, detto anche “Pèr e palummo”, da cui si ottiene un vino dal rosso rubino tendente al violaceo e profumi di piccoli frutti rossi e molto floreali.
La coltivazione dei vigneti ( molte a piede franco) la possiamo definire eroica, e la volontà, da parte tutti i produttori, di emergere e farsi conoscere, ecco quindi riunitici, da parte del Consorzio, per conoscere le varie realtà enoiche.
Posso già anticiparvi la conclusione, che ha messo in evidenza la pulizia di tutti i vini, non sono emersi difetti prevalenti. Denominatore comune in tutti i vini è la nota di mineralità e di salato. Il minerale si evidenziava nei campioni più collinari associato a note ampie di fiori gialli e bianchi, mentre il salato era equilibrato e rinfrescato da toni agrumati delicati come il fiore di limone, e in alcuni casi emergeva la spezia bianca.
Le varie tecniche di lavorazione non sono mai andate oltre la leggera macerazione pellicolare per un paio di campioni e l’uso del legno per solo un campione, per il resto, freschezza assoluta, fermentazione ben gestite, alcuni con sosta sui lieviti che gli hanno dato più cremosità.
Indubbiamente vini centrati per una gastronomia territoriale incentrata su cucina di pesce. Un vino che nasce e rispecchia il territorio in ogni caratteristica…
Quindi positiva la presentazione alla stampa, a distanza di mesi di questi bianchi, che si possono bere anche con più mesi di bottiglia e, in alcuni casi anche oltre.
Ogni azienda a mantenuto la propria identità, ma tutti anno mantenuto un filo comune lasciando integre le caratteristiche del vitigno. Personalmente ho memorizzato benissimo le peculiarità territoriali del vitigno, e… non vedo l’ora di tornare per assaggiare il Piedirosso.
Tutta sta premessa per sottolineare il lavoro incessante del Consorzio dei Campi Flegrei Ischia e Capri, che ha radunato vari giornalisti e presentare l’annata 2016, , annata considerata bella equilibrati da Gerardo Vernazzaro presidente del Consorzio.
Parto subito con le bottiglie che più mi ha coinvolto emotivamente e che cercherò di rifare prima possibile…
Cantina Contrada Salandra – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Sicuramente il vino che berrei su tutti, ma non annate giovani. Si, perché la complessità del vino emerge chiara da subito nel farlo roteale nel calice, e poi i profumi netti, puliti, di fiori bianchi, agrumi e frutti ben espressi ma sussurrati, quasi trattenuti, imbrigliati da un corpo che li incatena e li concede lentamente. La complessità gustativa è da subito chiara: un nobile nettare dei vulcanici terreni da vigne a piede franco. La bocca è subito invasa da erbe aromatiche, frutta bianca, cremosità da grandi vini longevi, e spalla acida e sapida ancora troppo giovani, ma da apprezzare fra qualche anno. La macerazione e, certa, sosta sui lieviti, assicura un sorso salato e ricco di spezia, quasi pepato, dove la succulenza è debordante, difficile da tenere a freno (grande vino per piatti di crostacei e zuppe di pesce) il finale non c’è… la mandorla accompagna per lungo tempo un palato mai stanco…
Punteggio: 92/100
Cantina Agnanum – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Un Falanghina ricca di carattere che nasce da vigne centenarie su piede franco. A un palato poco attento potrebbe sembrare un vino scomposto e poco circolare, ma la selezione naturale attuata dalla vigna ci consegna un bianco dalle nuance resinose, con sentori di lieviti e cremosità che nascondono, ma poi fanno emergere lentamente, profumi agrumati, spezia come lo zafferano, con sorso materico, di sostanza e pieno. Ricco di mineralità e tanta sapidità tanto da renderlo quasi salato. A mio parere troppo giovane per apprezzarlo al meglio, ma intanto me lo bevo e gioisco…
Punteggio: 91/100
Territorio di Bacoli
Cantine Farro – Falanghina dei Campi Flegrei 2016 – 12°
Vinificazione solo inox, da subito al naso emergono note floreali intense mentolate e di fiori di limone fresco con note di frutto bianco. La pulizia è assoluta e si ritrova anche al gusto che fa emergere da subito la salinità con tanta acidità provocando tanta salivazione. Il finale si arricchisce di note di erbe mediterranee e agrumate con un finale lunghissimo.
Punteggio: 87/100
Distretto lago di Averno
Cantina Babbo, Falanghina dei Campi Flegrei 2016
La complessità dei profumi preannuncia un vino elegante e fini, quale è, a partire dalle intense note di fiori bianchi che vertono su sentori mandorlati. Al palato è circolare, equilibrato, da subito fresco e ricco di mineralità. Gli aromi continuano ad emergere senza sosta come erbe aromatiche e note agrumate, molto delicate, associate ad un piacevole nota salina. Indubbiamente la cremosità del corpo è da attribuire ai sei mesi di sosta sui lieviti. Bel vino da bere sempre.
Punteggio: 88/100
Cantina Matilde Zasso – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Un vino che a primo impatto sembrerebbe chiuso, ma ha bisogno solo di qualche minuto per sfoggiare una ginestra intensa e molto persistente, con profumi arricchiti da frutta gialla e sbuffi di erbe macerate. Sicuramente una lavorazione diversa, garante della tipicità voluta da tutti i produttori. La selezione in vigna e una lavorazione più tradizionale si riflette anche nel sorso cremoso e ricco di morbidezza di frutto, tanto spessore tattile nel berlo con la solita mineralità e acidità che rende il finale fresco e fluido.
Punteggio: 85/100
Cantina dell’Averno – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Un vino che mi conquista con la sua leggiadria e nitidezza di profumi di risacca di mare e toni muschiati, il tutto avvolto da fiori gialli che lo rendono molto persistente. Al palato ritorna il sale con tanta cremosità, quasi burrosa, buon equilibrio garantito dall’acidità presente ma non invadente. Tanto il frutto bianco nel finale
Punteggio: 81/100
Territorio di Quarto
Cantine Carputo – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Per alcuni una versione fuori dal coro, ma lei vuole essere così, diversa, sottolineando le due caratteristiche peculiari con forza, dalla mandorla al vegetale con toni affumicati e, un sorso quasi aromatico , ma ricco di sapidità succosa e erbe mediterranee, con giusto equilibrio con la mineralità e la base acida a sostenere tutto. La mandorla amarognola resta di base rendendo il finale lungo e persistente. Vino fuori dal coro ma ricco di carattere.
Punteggio: 84/100
Cantina Il IV Miglio – Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Un bicchiere snello ma complesso è annunciato dal “caleidoscopio” di profumi e aromi che invadono olfatto e gusto, con fiori bianchi, note agrumate, e sentori fruttati con banana e ananas maturi: qualcuno potrebbe pensare che ci potrebbe essere stata la mano pesante dell’enologo. Ma invece no, molti dei descrittoti predetti sono frutto dei precursori aromatici presenti nella Falanghina, che emergono durante le fermentazioni. Anche perché il tutto è elegante e fine, senza eccessi, quasi a nascondersi. Il sorso si presenta cremoso e ricco di morbidezza dal finale molto lungo ma leggiadro nel complesso. Si capisce che mi è piaciuto…!!!
Punteggio: 86/100
Territorio di Marano
Cantna Selva Lacandona- Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Una Falanghina che oltre ad essere buona, ha anche un valore morale importante, perché nasce su terreni confiscati alla camorra. Ma, a noi interessa se è buono… sicuramente ben fatto, si esprime bene con profumi puliti, da cui emerge il minerale del vulcano e note di mandorla dolce, con sbuffi affumicati. Al palato è asciutta e si beve molto bene, ricco di sapidità e bevibilità infinita. Ideale per iniziare un pasto come aperitivo con i vari entrée di mare.
Punteggio: 82/100
Territorio Astroni, Agnano e Posillipo
Cantina Astroni – Colle Imperatrice Falanghina dei Campi Flegrei 2016
La criomacerazione e la sosta sui lieviti si fanno “sentire”, succulenza e cremosità nel berlo e buona acidità con minerale che avvolge un frutto quasi sottomesso dal floreale, anche al gusto. Le note di agrumi sono rinforzate dalla tecnica di lavorazione ma si beve bene, fluido e fresco, accompagna agevolmente il pasto. Lo berrei nuovamente…
Punteggio: 82/100
Cantina Salvatore Varriale – Monte Coroglio Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Terreni sabbiosi e vigne su piede franco ci consegnano un’altra Falanghina dai sentori netti e immediati di alga marina, cocci di mare con zeste di limone e un sorso schietto e agile, dal finale salato e tanta mineralità con buona struttura acida.
Punteggio: 82/100
Isola di Capri
Scala Fenicia – Bianco Doc Capri 2016
L’Isola di Capri fa parte del Consorzio e non mancano delle chicche, come il bianco Capri in questione ottenuto da tre grandi uve bianche campane, il Greco, la Biancolella e la Falanghina. Equilibrio assoluto e corrispondenza gusto olfattiva di tutti gli elementi, ben in evidenza a partire dei profumi intrisi di floreale bianco, mandorla fresca e note sfumate di zucchero a velo. Il sorso si presenta subito schietto e agile, ma ricco di sostanza con sentori di nocciolo di albicocca e finale di pepe bianco che non finisce mai. Il corpo si allunga bene con mineralità e il salato immancabile. A mio parere ancora crudo ma in futuro ci regalerà ancora grandi emozioni.
Punteggio: 89/100
Per tutte le info sulle aziende e territori: www.consorziocfic.com
Foto di Marina Sgamato