il vino che identifica un territorio e una famiglia… E lo fa portando “un’armata” di gradi annate storiche dei suoi Trebbiano e Montepulciano, una famiglia che come tante altre in Italia rappresenta l’ossatura della tradizione vitivinicola italiana.
Tanti gli appassionati che hanno deciso di affollare la sala di Borgo Egnazia a Savelletri, una iniziativa voluta fortemente da Giuseppe Cupertino, che assieme al suo gruppo di sommelier hanno reso indimenticabile una serata ricca di attese.
La Cantina di Emidio Pepe si Trova a Torano Nuovo, un cru di Abruzzo nella provincia di Teramo in Abruzzo: dolci colline, tanta ventilazione e una vista sul Gran Sasso.
Tutto intorno i vigneti di Montepulcinao e Trebbiano, che Agostino detto Emidio, coltiva e alleva da più di 50 Anni.
Infatti, l’età dei vigneto ci fa capire che lui è un uomo senza età, continuamente presente in azienda e foriero di consigli per la sua famiglia e sulla gestione dei vigneti e del vino per la figlia Sofia.
Poi c’è la teutonica Daniela che gestisce la parte amministrativa, il marito si occupa della gestione dell’agriturismo e la giovanissima figlia Chiara sempre più attiva e produttiva nella parte commerciale all’estero, e già pronti ai nastri di partenza, per un graduale introduzione in azienda i figli di Sofia.
Qui sotto rispettivamente Daniela e Sofia assieme a Papà Emidio...
Si capisce che è tutto in famiglia, dalla produzione alla commercializzazione; ora non resta che andare a trovarli per capire come una famiglia italiana è diventata un’eccellenza produttiva invidiata all’estero.
Emidio Pepe è un italiano che con la sua caparbietà ha fatto comprendere uno stile di vino lavorato e prodotto in modo artigianale, sempre con educazione, garbo ed eleganza nel presentarsi senza mai esagerare nel proporre.
I suoi vini nascono da una terra sana, con vigneti integri e di conseguenza il risultato sono vini longevi e unici: a qualcuno possono anche non piacere, perché sono lavorati con un’agricoltura artigianale priva di tecniche invasive in cantina e mai uso di chimica.
I vini sono vivi, rispecchiano l’annata, non sono omologati a nessun gusto, non assomigliano a nessuno, sono identici a Emidio: eleganti quando ci vuole, energici sempre, e poi c‘è anche il momento del riposo per poi risvegliarsi e ripartire; e queste caratteristiche ad alcuni non piacciono, ma a Emidio non vuole piacere a tutti…
Tutti le uve vengono vendemmiate e deraspate a mano ma, con fermentazioni e maturazione in cisterne di cemento.
Le migliori annate vanno a creare le riserve e vengo disposte a riposare in cantine, e solo quando sono pronte si stappano e vengono travasate a mano, per liberarle dai lieviti che hanno arricchito il vino di profumi per anni.
A Borgo Egnazia abbiamo assaggiato i Trebbiano 2016, 2014, 2007, 2004 e1995 mentre del Montepulciano abbiamo sentito il 2010, 2001, 1997, 1983 e il monumentale 1974.
Vi commento solo due vini simbolo che dimostrano la capacità evolutiva del Trebbiano e del Montepulciano.
Trebbiano d’Abruzzo 2004 Emidio Pepe
Aprire questi vini con molto anticipo e il risultato non tarderà ad arrivare: il primo impatto è la nota minerale quasi di creta bianca, appena inizia ad aprirsi emergono le note di frutto bianco e agrumate molto intense, un naso ancora molto chiuso, ma molto stimolante soprattutto per chi sa aspettarlo; nel finale sono le erbe aromatiche macerate che prendono il sopravvento, accompagnate da nuance iodate che rinfrescano i profumi.
Tanta armonia al gusto, con il frutto che lo rende morbido e vibrante di acidità. Il finale è fatto di solo piacere gustativo.
Del Montepulciano potrei parlarvi della mitica annata 2001 scontatamente eccellente e forse ancora troppo giovane, o del grande 1983 dove l’equilibrio gusto-olfattivo si esprime con un caleidoscopio di sensazioni interminabili ed è probabilmente il vino da cui partire per capire Pepe e il territorio.
Qualche parola in più per il Montepulciano d’Abruzzo 1974, che come arriva nel bicchiere parti quasi la ola di tutta la sala; naturalmente molto chiuso in partenza, ma poi emergono delle note di sottobosco, funghi macerati, erbe officinali e sbuffi di salmastro che lo ravvivano: un gande vino ancora vivo.
Al palato il palato è in pieno equilibrio con ogni elemento con tannini perfetti e insuperabili
Vi lascio con una nota di servizio: approcciarsi con umiltà a questi vini, “no perditempo” per fenomeni dal “bicchiere veloce….”
Emidio Pepe
Contrada Chiesi 10
64010 Torano nuovo TE
Abruzzo