Ci sono inviti a cui non puoi assolutamente dire di no. Andare a casa di Ginetta e Antonio ormai è come andare dal Papa. Devi esserci, ti senti trasportato da una forza oscura, soprannaturale che ti conduce inconsapevolmente alla porta della loro cantina.
Appena arrivati davanti al monumentale portone in legno basta battere il batacchio in ferro battuto e lentamente si aprono le porte.
Antonio per natura è un caciarone buono, loquace e dall’aspetto rassicurante, ti riceve con grandi sorrisi e, con un braccio ti avvolge e con l’altro sostiene già la prima bottiglia di rifermentato bianco come aperitivo, e ti introduce agli altri convenuti con approccio da profeta del vino artigianale.
Ginetta è sempre molto misurata ma decisa e funge da calmiere al carattere esuberante del marito; ci accoglie con un sorriso da amica di sempre e tanti abbracci.
Qui si celebra il “Vino”; come nettare che toglie i peccati dal mondo; che ti solleva da ogni pensiero; con l’unico obbligo di star bene e godere del prezioso nettare senza preconcetti, e/o certezze assolute…
Più che una degustazione è un incontro fra persone che amano l’amicizia e il nobile nettare; non c’è bisogno di conoscersi, il vino funge da collante e sugella amicizie senza interessi.
L’Aglianico Camerlengo 2010 è già di per sé una grande annata e lo dimostra in ogni formato, dalla 0,750 che stenta ad aprirsi, più introversa ma poi si concede con tanto frutto e note floreali; con la spezia che gli fa da contrappunto come la cannella e il pepe nero: il sorso resta deciso con tannini in evidenza e un finale sempre succoso e ricco di sapidità e frutto.
Personalmente ho le mie certezze, amo particolarmente l’evoluzione dell’Aglianico nei grandi formati a partire dal 3 litri (jéroboam) al 6 litri (Mathusalem) qui l’Aglianico Camerlengo si esprime con tutta la sua eleganza: e questo non significa assolutamente minore longevità.
Sia il piccolo formato che il grande formato avranno una evoluzione diversa ma entrambi longevi; si tratta solo di risentire le stesse annate fra qualche anno, ed è cosa che Antonio ci ha promesso.
Diciamo subito che la caratteristica di base del Camerlengo è la sua notevole acidità e sapidità supportata da una buona dose di mineralità e i tannini piacevolmente amaricanti; oltre al frutto nero, note floreali, e tanta spezia nera.
Dal 3 litri a salire si accentua l’eleganza olfattiva e gustativa; I profumi di sottobosco e le fragranze balsamiche sono avvolte da tanta spezia nera con la cannella e il pepe nero onnipresenti, a tutto questo si sommano le sfumature minerali e del vulcano e si raggiunge il massimo della goduria.
I tannini di rango sono sempre setosi, non sono mai prevalenti, secchi, ruvidi, ma fanno bene il loro lavoro di tannini, riescono a fare gioco di squadra con la notevole acidità e sapidità del Camerlengo, candidandolo a svariati abbinamenti dove è copiosa la succulenza della masticazione come carni arrosto, brasati, stracotti e naturalmente formaggio molto stagionati.
E dopo tanto lavoro per placare ed equilibrare il complesso gioco che si crea fra cibo e vino entra in gioco il frutto rosso con sfumature mentolate ad acquietare e a rilassare il palato.
Per godere al meglio di questo vino sarebbe opportuno prima conoscere il produttore e il suo territorio, ma se non potete pazienza, bevete e godete ovunque voi siate.
Concludo che Antonio attua un’agricoltura eco sostenibile, senza uso di pesticidi e altro che possano indebolire la vitalità della vigna. Non usa lieviti per le fermentazioni e non filtra i vini.
Nelle lavorazioni in cantina evita di strapazzare il meno possibile il percorso che porto il nettare dell’uva a diventare vino.
AZIENDA AGRICOLA CAMERLANGO DI ANTONIO CASCARANO
CANTINA in via dei Tigli (Parco delle Cantine di Rapolla PZ)