Sold out annunciato per la verticale storica Bolgheri Sassicaia di Tenuta San Guido, che si è svolta a Borgo Egnazia il 13 novembre scorso. Un evento certamente atteso, al quale ha preso parte anche Marisa Melpignano, a capo del Gruppo San Domenico Hotels, che dal palco ha dato il suo benvenuto agli ospiti insieme a Giuseppe Cupertino, Presidente della Fondazione Italiana Sommelier-Puglia. La serata è stata brillantemente condotta dalla giornalista Monica Caradonna, che già nella sua introduzione ha saputo cogliere lo spirito che guida le iniziative della Fondazione: fare cultura, promuoverla in modo completo, attraverso racconti che parlano sì di vino, ma anche di letteratura, storia, arte, tradizioni, per restituire, a chi vi partecipa, ricchezza di contenuti e nuove curiosità.
Ad anticipare la degustazione, il focus “Sassicaia: storia di un vino e di un territorio” tenuto da Paolo Lauciani, che ha guidato i presenti in un viaggio nell’Italia del vino, dal 1968 ad oggi. Perché il Sassicaia è archetipo del nuovo vino italiano e il 1968 è la prima annata andata in commercio. Grazie alle parole di Lauciani, relatore ufficiale di Fondazione e affascinante oratore, è stato possibile entrare nel mondo dei Marchesi Mario e Nicolò Incisa della Rocchetta, ripercorrere la genesi del Sassicaia, i primi vigneti di cabernet sauvignon e cabernet franc a Castiglioncello di Bolgheri, le favorevoli condizioni pedoclimatiche offerte dalla Tenuta San Guido, l’ispirazione ai vini francesi di Graves, i dubbi, le intuizioni. E poi gli incontri, come quello decisivo con il più colto degli enologi italiani, Giacomo Tachis, che contribuì in modo sostanziale al successo del Bolgheri Sassicaia, unico vino in Italia ad avere una DOC riservata: la denominazione Bolgheri Sassicaia la può utilizzare, infatti, solo la Tenuta San Guido.
L’intervento di Lauciani, seguito con attenzione da tutta la sala, è risultato indispensabile per approcciarsi alla verticale con maggiore consapevolezza. Cinque le annate nei calici: 2013, 2005, 2000, 1996, 1989. Le magnum di Bolgheri Sassicaia per la serata, patrimonio storico del Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, hanno rappresentato un vero e proprio omaggio della Cantina a Fondazione Italiana Sommelier. La degustazione ha rivelato un 2013 di grande qualità, ma ancora giovane, che saprà esprimersi al meglio nel tempo; il 2005 ha conquistato per eleganza, armonia e per quella morbidezza conferita da un tannino compatto e rotondo. Nel 2000, il tannino, meno preciso che nel 2005, rende il vino meno armonico, pur nella sua indiscutibile eleganza. Il 1996 è un Sassicaia che rispetta i suoi standard, ma che forse non riesce ad emozionare. L’ultima annata è stata la 1989 e presenta un vino evoluto, che al palato dimostra ancora freschezza, tenuta del tannino e una bella persistenza balsamica.
A chiudere una serata di puro piacere intellettuale e sensoriale è stato il piatto dell’Executive Chef Domingo Schingaro del Due Camini, ristorante di Borgo Egnazia: i profumi legnosi di sottobosco del brodo versato su gnocchi e funghi hanno sposato felicemente i vini in degustazione, serviti con impeccabile professionalità dai sommelier di Fondazione.
Presidente Fondazione Italiana Sommelier Puglia_Giuseppe Cupertino
presidente@fondazionesommelierpuglia.it
(A cura dell’ufficio stampa di Fondazione Italiana Sommelier-Puglia, Federica Sgrazzutti)