Un illuminante evento sul cambiamento del clima e effetti sulla vigna, ma anche formazione sul vino, il tutto ben orchestrato da Giuseppe Cupertino presidente Puglia della Fondazione Italiana Sommelier.
Franco M. Ricci, Presidente nazionale della Fondazione, porta la “Settima giornata della cultura del vino e dell’Olio” in una magica location in Puglia, un Resort dal fascino senza tempo come Borgo Egnazia a Savelletri (BR) in Puglia; non ci sono molte parole per descrivere una location che “ferma il tempo” appena ci entri, uno stile di vivere la Puglia unico e che colloca questa regione ai vertici dell’ospitalità di charme.
Giuseppe Cupertino, già Sommelier di Borgo Egnazia, ha gestito un evento che è riuscito a catalizzare l’attenzione del mondo politico e produttivo, ponendo l’accento sulla necessità di inserire l’insegnamento della materia vino nelle scuole alberghiere, al fine di trasmettere nostro patrimonio enoico, unico al mondo. Poi è seguita una magistrale relazione del prof. Attilio Scienza sul cambiamento climatico e tanto altro.
Molti gli ospiti che si sono avvicendati al microfono, con la precisa e serafica moderazione di Attilio Romita, Direttore del TGR Puglia, da sempre molto vicino al mondo del vino, facendo notare il ruolo della Puglia che ha finito di essere la cenerentola nel mondo del vino e dell’olio, queste le sue parole, “vino e olio veicolano cultura e piacere per il palato e non solo business”, di sponda Franco M. Ricci rincara la dose ribadendo che “bisogna essere mossi da grande passione ed è importante promuovere stimolando una cultura consapevole”.
I lavori si aprono con il Vice Presidente della Commissione Agricoltura e relatore del Testo Unico della Vite e del Vino, Onorevole Massimo Fiorio firmatario assieme ad altri colleghi di un ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati, al fine di introdurre lo studio obbligatorio della materia vino nelle scuole Alberghiere, perché, tranne che per alcune e rare eccezioni di eccellenza, in molte realtà scolastiche la materia vino è completamente disattesa.
Ma anche, fare in modo che il vino sia riconosciuto come patrimonio culturale nazionale e, che si superi l’associazione del vino alle altre bevande alcoliche, renderlo più comunicabile soprattutto fra i giovani, al fine di meglio diffondere la cultura della
convivialità che ne scaturisce dal bicchiere, recuperare le emozioni e le esperienze che suscita come fattore identitario delle nostre regioni, come pure il ruolo dei vitigni autoctoni come valore peculiare regionale che creano ricchezza grazie alla loro diversità.
Il cambio del clima non è da sottovalutare ma non è neanche da catastrofe, questo è il messaggio contenuto nella bellissima relazione del prof. Attilio Scienza Ordinario di Viticoltura a
ll’Università di Milano, e di cui vi riporto un breve sunto del suo discorso “non bisogna avere paura del clima, sono andamenti ciclici, ma allo stesso tempo non lo dobbiamo subirli. Ci sono regioni che ne hanno sofferto come quelle a vocazione spumantistica, mentre altre ne hanno tratto vantaggio, come Sicilia e Trentino, ma comunque l’incidenza, positiva e negativa, sul territorio è a macchia di leopardo”. Il clima è sempre cambiato nei secoli, ma l’uomo è sempre riuscito a cavarsela, incrociando vitigni più o meno sensibili al freddo o al caldo, in base ai cambiamenti, ottenendo cloni che si adattavano bene alle nuove temperature. Certo è che l’eldorado vitivinicolo del 45° parallelo e fortemente minacciato da viticulture emergenti fra sopra e sotto e, anche se rilevante, non è così importante per la qualità del vino, comunque si continuerà a produrre vino di qualità. La minaccia concreta è per i territori di Bordeaux e Borgogna, che devono mantenere un standard gustativo immutato da anni.
Per il futuro dobbiamo imparare a cambiare il nostro approccio verso l’ambiente e alle sue fonti di energia, una scommessa che può essere vinta imparando a risparmiare e a gestirla bene, facendone un uso consapevole, soprattutto dell’acqua, che in alcune regioni sarà un’emergenza concreta”. In conclusione, guardare al passato per prevedere il futuro…
È il momento del Governatore della Puglia Michele Emiliano, anche se preso da mille impegni
riesce a essere presente, non nascondendo una grande passione per il mondo dell’enogastronomia, ed elogia i temi del convegno, che riprende fedelmente gli stessi contenuti del programma di governo regionale, ecco le sue parole, “sono affascinato dal mondo del vino e della cultura che ne consegue, temi che sono contenuti nel nostro programma di governo, come anche il miglioramento dello stile di vita, visto che da anni si è perso di mano la qualità della vita. Il nostro obiettivo e riportare lo stile di vita verso toni simili a quelli di 30 anni fa, cercando di riciclare il più possibile”; e tornando al vino, assume dei toni perentori “non dobbiamo più vendere il nostro vino fuori regione, e ho molta voglia di apprendere più nozioni possibili su questo tema”.
Parole che sono interrotte da Franco M. Ricci che lo nomina socio onorario della Fondazione Italiana Sommelier, investitura che commuove visivamente il Governatore, che accetta volentieri un’investitura che lo carica di ulteriore responsabilità.
Il convegno prosegue con la relazione attenta di Claudio Margottini dell’ISPRA – Servizio Geologico d’Italia, mettendo in evidenza le relazioni fra clima e vino.
Mentre Marco Simonit, riporta l’attenzione sulla corretta gestione della potatura della vigna, che se gestita male ne condiziona il flusso linfatico, compromettendo la qualità e quantità di uva, ma anche favorisce l’insorgere di malattie e la morte precoce della vigna.
Sono le 13,30 e i lavori si fermano per dare spazio alla pausa pranzo, nel gradevolissimo ristorante di Borgo Egnazia.
Nel frattempo la sala convegni si trasforma in sala degustazione per poter degustare i vini della storica azienda Biondi Santi, una famiglia che da secoli produce un nettare chiamato Brunello di Montalcino.
Spettacolare è il tavolo con tutte le bottiglie già aperte nella notte, per dar modo ai vini di respirare e aprirsi: lavoro gestito egregiamente dai sommelier della Fondazione Italiana Sommelier.
Ospiti d’eccezione Jacopo Biondi Santi, che non conoscevo, ma al primo approccio mi è sembrato di parlare con un amico di sempre. Non si è sottratto a nessuno, fra strette di mano, foto e alcuni anche autografi. Devo dire che nel mondo del vino ho sempre trovato produttori molto socievoli e disponibili.
Nella seconda parte, che leggerete a breve, riporterò la lettura personale dei vini di Jacopo Biondi Santi, affiancato nella degustazione dal bravissimo e appassionato Paolo Lauciani docente della Fondazione.
Alla prossima…
Borgo Egnazia
Savelletri di Fasano
72010 Fasano (BR)
Fondazione Italiana Sommelier
Puglia – Sede Regionale
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