Mi piace riportare le parole di Serenella, per una serata davvero piacevolissima, che mi ha visto coinvolto nella veste inusuale e immeritata di conduttore. Ma, i risultati e il coinvolgimento della platea ci hanno ripagato degli sforzi organizzativi; mettendo in risalto le potenzialità di una Puglia bianchista con vini che vanno oltre il tempo… Grazie ancora a tutti per la condivisione
di Serenella Penza
il 20 gennaio 2017, presso la Locanda di Beatrice di Corato si è svolta la prima verticale di malvasia bianca Immensus dell’Azienda agricola Mazzone di Ruvo di Puglia. Otto le annate proposte dall’enologo e proprietario della cantina Francesco Mazzone che dal 2004 porta avanti l’azienda di famiglia fondata dal padre nel 1978, quando piantò un tendone di malvasia bianca sul terreno dietro casa. Trenta centimetri di terreno argilloso-calcareo, sotto solo pietra. Francesco si è impegnato duramente, insieme alla sua famiglia, per trarre da quella pietra e da quel tendone il massimo della qualità, con un sapiente lavoro in vigna, per abbassare le rese, ed in cantina sperimentando diverse tecniche di vinificazione.
In degustazione le annate 2004, 2005, 2006, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015, in una verticale condotta da Andrea De Palma che, col supporto di Liliana Savioli e Pasquale Porcelli, ha accompagnato un pubblico estremamente variegato, ma altrettanto partecipativo, lungo una serata dalle piacevoli sorprese.
Obiettivo della serata, sfatare il luogo comune che dipinge la Puglia come terra non in grado di produrre bianchi di pregio.
Ed infatti, la diffidenza iniziale ha sùbito ceduto il posto allo stupore, quando all’assaggio di ogni singola annata ci si imbatte in acidità, mineralità e personalità mai scalfite dal tempo, e si scopre un vino di grande longevità e resistenza; un prodotto concepito come semplice e di pronta beva, ma che nell’annata 2011 Pasquale Porcelli arriva a definire “uno champagne senza anidride carbonica”.
Ottima pulizia olfattiva, sbuffi di zenzero, banana, profumo intenso a volte di miele, di pera, altre volte di pietra e di terra, di salmastro, di fiori di sambuco. Naso sempre intrigante, bocca elegantissima.
Numerosi anche gli interventi del pubblico che ha mostrato apprezzamento per un vino che in alcune annate strizza l’occhio a certi riesling alsaziani per la freschezza ed i sentori di idrocarburi, e che si rivela in ogni bottiglia come massima espressione della propria annata. Nomen omen, verrebbe voglia di dire.
A chiudere la serata lo chef Donato Di Pierro che ha proposto in abbinamento delle mezzemaniche rigate di Gragnano mantecate con guanciale di maiale nero, pomodoro infornato e crema di broccoli e per dessert una mousse di cioccolato bianco e vaniglia con frutti di bosco e crumble al cacao da accompagnare al Passito da minutolo Collezione Jazzisti dell’Agricola Mazzone.
Le foto sono di Vito Gallo Corato
Fonte: AGAP Puglia