… Un tavolo, vecchi amici che sorseggiano e tanta bella gente che ascolta.
Questo siparietto come introduzione a una piacevole serata presso l’enoteca EST, provvista di cucina, ad Andria durante la quale si presentava il lavoro dei fratelli Altieri.
Una discussione animata e stimolata dai recenti avvenimenti e polemiche sul mondo del vino alimentati dalla trasmissione della Rai Report… (basta andare su Rai Play per rivederla).
Non è un caso che la cantina Fontefico sia stata protagonista della seconda puntata nella quale riassumeva in poche parole cosa si intende per vino artigianale, senza uso di chimica, ma solo calli alle mani e conduzione biologica dei vigneti.
“…Nicola, qual è il punto di vista di un produttore attento come te?”. Una domanda diretta che mi sono sentito di fare nonostante già conoscessi la risposta.
Nicola con tono serafico replica: “Quando nel mondo del vino, sia esso convenzionale o artigianale, si innesca il meccanismo delle mode, nascono storture fuorvianti per il consumatore”.
E continua: “Nel mondo del vino convenzionale (vini ottenuti con l’utilizzo di “coadiuvanti” sia in vigna che in cantina) l’uso di pratiche standardizzate per assecondare il mercato ha generato, come risultato, la produzione ogni anno di vini pressoché uguali”.
“Ma anche nel mondo del vino “naturale” (chiariamo che il vino “naturale non esiste), per rincorrere mode di marketing, si esagera e si distorce la realtà e, soprattutto, nascono molti pseudo produttori che non hanno un grappolo di vigna di proprietà o che, non sapendo vinificare, vorrebbero far passare i difetti di fermentazione come genuinità”.
Lo ascolto con attenzione anche se sono dinamiche che conosco perfettamente. Nicola con le sue parole è un fiume in piena e nel proseguire il suo tono si fa più animato.
“Tutto questo a scapito dei veri produttori artigianali che trasformano solo le uve di proprietà, senza impiegare chimica né cantina né in vigna e che, quando l’annata (clima e malattie) non lo permette, portano a casa solo una scarsa produzione o quasi nulla, come accaduto nel 2023”.
“Nascono, così, tante storie fittizie legate alla vigna del nonno o dello zio morente ed altro per giustificare vini imperfetti ed entrare nel mercato delle molte fiere di vini “naturali” con l’obiettivo di vendere qualche bottiglia. Azienda agricola significa andare in cantina ogni giorno, controllare quotidianamente la vigna: un lavoro di anni finalizzato a produrre un vino che solo nel lungo periodo darà dei risultati apprezzabili”.
Con Nicola siamo d’accordo su tutto e sopratutto sull’incontestabile certezza che: che il vino artigianale cambia tutti gli anni perché ogni vendemmia è diversa, ma che comunque conserva sempre i tratti caratteristici del territorio.
Nel senso che l’anima di quel vino rimane la stessa vendemmia dopo vendemmia, ma si esprime in modo diverso che dipendono dall’annata
Ecco: i vini di Fontefico regalano emozioni uniche legate alla terra e al lavoro encomiabile del suo produttore.
Nel primo bicchiere ci godiamo il Pecorino “LA CANAGLIA” 2022: perché si chiama cosi? Semplicemente perché è un vitigno dispettoso, dal colore giallo carico e dai profumi agrumati, inizialmente accattivante, ti conquista, poi ti trafigge con una giusta dose di acidità e una buona dose di alcol. Qui il produttore mostra tutta la sua bravura nel gestire bene l’equilibrio nell’insieme.
Trattandosi di un vino abruzzese, lo chef Luca Gallo, si è cimentato nella preparazione delle “Pallotte Cacio e ave”, una ricetta semplice ma ben eseguita: molto buone e decisamente migliori di altre che ho assaggiato in giro per l’Abruzzo.
Il piatto successivo è una gioia per gli occhi e per il palato: ci riporta alla transumanza, grande passione di Michele Muraglia (titolare assieme a Francesco Piccolo).
Il rotolo di pancia di pecora è cotto lentamente in forno e condito sobriamente con i suoi succhi di cottura. Piatto non banale, ricco di sapore, che solo il Cerasuolo FOSSIMATTO 2022 riesce a domare creando un contrasto efficace grazie alle sue note minerali e retrogusto agrumato.
Il Montepulciano COCCO DI CASA è un concentrato di frutto e piacevolezza che accompagna in modo convincente i rigatoni al sugo.
Il TITINGE Riserva 2017 è un Montepulciano dal carattere esuberante e dall’anima docile.
Riesce ad ammagliarti con il suo frutto e le sue dolci note di spezia, ma allo stesso tempo ti scuote con la giusta dose di tannini che ben si sposa con lo stracotto di cervo.
Nessuno dei commensali ha avuto postumi sgradevoli. Questo perché quando si beve vino “VERO” si torna a casa gioiosi e appagati. E nella scelta è bene affidarsi a chi, come Michele Muraglia, fa una selezione accurata e attenta di piccoli produttori affidabili.
Concludo invitandovi ad una riflessione: dipende da noi se acquistare merendine industriali e accontentarci di un gusto omologato o andare dal piccolo pasticciere e comprare, ad esempio, una crostata artigianale per una colazione gustosa e più salutare. Identico discorso vale nella scelta del vino. Secondo voi quale costerà di più?
FONTEFICO : https://www.fontefico.it/
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