Riprendo volentieri un articolo dello scorso anno di questa azienda, ma è come se lo avessi scritto oggi. Puoi cambiare l’annata delle bottiglie, ma la sostanza è sempre quella: assoluta qualità di tutti gli spumanti, esclusivamente da metodo classico.
Personalmente sono un appassionato della Gran Cuvée, ma a partire dal base fino alle riserve sono tutti da bere a fiumi. Qui di seguito troverete la lettura attenta della dama Forestiera e della Gran Cuvée 1994.
Buona lettura
Era da tempo che io e Girolamo ci rincorrevamo per poterci rivedere in azienda ma non riuscivamo mai a concordare, o non c’ero io o non poteva lui.
Ma la Dama Forestiera non poteva aspettare, tutti ne parlavano e solo io non riuscivo a degustarla, allora chiamo Girolamo e riusciamo a concordare per lo stesso pomeriggio della telefonata.
Mi armo di coraggio e sfido i 41° di San Severo: da non crederci, scendo dalla macchina e per poco perdo il respiro. Zaino in spalla affronto i cento metri che mi separano dall’ingresso della cantina: credetemi, mi erano rimasti solo due minuti di autonomia e poi sarei crollato, la salvezza arriva da Girolamo che mi apre la porta e la vita ricomincia…
Della cantina volutamente non vi voglio raccontare molto, basterà guardare le foto per invogliarvi ad andare a trovarli, perché questa perla nel deserto del profondo sud va vista.
L’obiettivo della mia visita e conoscere La Dama Forestiera e approfondire meglio la mia conoscenza sui segreti di un gruppetto di jazzisti che dal 1979 si “divertono” a fare un grande champenoise in Puglia: a mio parere il progetto è riuscito perché non si sono mai presi sul serio, anzi, non si sono mai sentiti arrivati e hanno sempre cercato di migliorarsi.
Il progetto che parte dal 2001 e vuole realizzare uno spumante metodo classico solo in magnum di grande eleganza e dal lungo invecchiamento.
La Dama Forestiera prende il nome da una storia abbastanza credibile, ma la sostanza è di riportare nel bicchiere i segreti, l’eleganza, le movenze e il fascino di una donna di altri tempi, che ti conquista con il solo sguardo e ti ammicca un sorriso che ti disarma.
Bene; vi assicuro che il progetto è riuscito. Ho assaggiato il 2001 e il 2003 e al primo sorso di entrambi si resta senza parole: il primo, dal colore ancora vivo, è solcato da un bouquet complesso di frutta candita e uva sultanina, seguiti da note di tabacco dolce, muschio e torba; al palato la notevole struttura acida e sapida si arricchisce di morbidezza infinita: ideale compagno per un menu sobrio a base piatti delicati che facciano prevalere le caratteristiche del vino.
Il 2003 è decisamente più fresco nei profumi con esordio di pesca gialla e albicocca matura, note di erbe officinali, crosta di pane e sbuffi di panettone artigianale; il gusto si presenta da subito con
tosta foglia di te e tanta cremosità rinforzata dall’acidità onnipresente.
La Dama Forestiera:
- Solo da millesimi eccellenti
- Uve Montepulciano e Pinot Nero
- Fermentazione del vino base in acciaio
- Nessuna liqueur d’expedition
- Remuage su pupitre
- 48 mesi di sosta sui lieviti
Poi ci assaggiamo il Pas Dosè, preciso ricco nei profumi con agrumi e fiori bianchi, delicata nota di lievito e dal palato cremoso e ricco di vivacità acida, con finale mandorlato ed erbe mediterranee. Qui l’associazione con il Pinot nero mette in chiara evidenza potenzialità olfattive del Bombino e la struttura del pinot.
- Uve Bombino bianco e Pinot nero
- Nessuna liqueur d’expedition
- Fermentazione del vino base in acciaio
- Rabbocco con lo stesso spumante
- sosta di dai 26/30 mesi sui lieviti
- sosta in bottiglia dopo il degorgement almeno di 2/3 mesi
La sorpresona:
ora passiamo alla GRAN CUVÉE MILLESIMO 1994 IN MAGNUM. Mentre mi versa il bicchiere ero distratto nel trascrive altro, alzo lo sguardo e gli chiedo “e il mio bicchiere qual’è” e lui con lo sguardo rassegnato e serafico mi dice “è questo”, e io. “scusami ma questo è il Pas Dosé di prima” dal colore giallo paglierino scarico, riflessi verdognoli, non poteva essere un 1994; e annuendo con il capo e gli occhi bassi mi conferma il bicchiere.
Strabiliante, un 1994 che sembrava fatto ieri, io non credevo ai miei occhi, e siccome sono peggio di San Tommaso, cambio bicchiere è ne ho la conferma.
I profumi eleganti e fini spaziavano dal tartufo bianco delicato, al muschio e frutta bianca per una freschezza impensabile; al palato è pulitissimo, ricco di freschezza, grande corpo e tanta sapidità seguita da mineralità e succulenta tanto da solleticarti in continuazione il palato e vi sto parlando di un vino aperto da più di tre giorni.
Noi abbiamo assaggiato una magnum ma viene prodotto anche nella 0,75 cl. e Girolamo ammette di essere rimasto sorpreso anche lui. Il segreto di questa capacità di mantenere freschezza e profumi, ormai accertato, sta nel Bombino Bianco e Girolamo fautore del vitigno ne è felicissimo.
- Millesimo 1994
- Uve Bombino bianco, Pinot Nero, Montepulciano
- Fermentazione del vino base in acciaio
- Nessuna liqueur d’expedition
- 28/30 mesi di sosta sui lieviti
- sosta in bottiglia dopo il degorgement almeno di 2/3 mesi
d’Araprì
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