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“Amarone o non Amarone… questo è il dilemma in un racconto della degustazione dei vini della famiglia Romano Dal Forno.

22 Giugno 2017Andrea De PalmaNessun commento

Ci voleva Giuseppe Cupertino del Fis Puglia per portare in Puglia un’approfondita dell’Amarone di Romano Dal Forno e, l’occasione è ghiotta e imperdibile per un curioso come me, nonché amante del vino.

Amarone a Borgo Egnazia

 

Tutto questo avviene a maggio, nella splendida location a Borgo Egnazia. A presentare la serata uno inossidabile Cupertino, con Marco Dal Forno in rappresentanza di tutta la famiglia. E, aldilà della bella serata e piacevolezza dei vini spicca l’ennesima eccellenza italiana, di una famiglia che da zero, riesce a creare un marchio affermano nel mondo.

Borgo Egnanzia – Degustazione az Romano dal Formo

 

Poi possiamo anche dibattere che, costa troppo, è un Amarone oltre lo stile classico del territorio, fatto sta che come un suo simile in Abruzzo, un certo e indimenticabile Gianni Masciarelli, ha fatto scuola e, ha contribuito a divulgare oltre confine non solo il marchio aziendale, ma anche un territorio e un metodo di lavorazione stracopiato da tutti; poi, può anche non piacere, ma è così… e ci stà.

Marco Dal Forno

 

Una storia come tante, di una famiglia che parte dal nulla e, i sogni del capo famiglia che rasentano l’assurdo. Ma Romano Dal Forno, pochi soldi e tante speranze, ci prova e vince.

squadra fondazione con dal forno

 

Tutto inizia verso la fine degli anni ottanta, quando il giovanissimo Romano, assieme alla moglie decide di mettere a frutto la sua passione per il vino e, con pochi soldi e tante speranze, inizia a raccogliere bottiglie vuote dai vari ristoranti per poter imbottigliare il poco vino ottenuto dalle poche vigne di proprietà.

Degustazione az Romano dal Formo. Da sinistra Silvano Alicino e Andrea De Palma

 

La spinta propulsiva a migliorarsi arriva da un colloquio con lo storico Quintarelli e, da li a pochi anni, prima all’estero e poi in Italia, arriva il successo.

Degustazione Romano Dal Farno – relatori e chef

 

Nel 2001, Romano rilancia con un grosso investimento in cantina, tecnologia e innovazione sono di casa, per garantire la massima conservabilità del frutto e le migliori condizioni per un perfetto appassimento delle uve. Nulla è lasciato al caso e non potrebbe essere altrimenti in una realtà famigliare dove la parola d’ordine è proprio “perfezione” e una caratteristica saliente è la lungimiranza, sempre con i piedi ben saldi a terra. Obiettivo imprescindibile e qualità assoluta vendere il vino alle persone giuste.

Le degustazioni dei vari vini mi raccontano una storia abbastanza chiara; le prima annate di Romano, mostrano una molto artigianale e un’inevitabile variabilità gustativa dovuta ai millesimi e, con la speranza –ripagata- di poter reggere negli anni.

Con l’ingresso attivo dei figli nella gestione dell’azienda e con il perentorio obiettivo di penetrare mercati dell’alta società, si mettono a punto tecniche di lavorazione e di affinamento, che sono molto chiare e nette nel bicchiere, a partire dal cambio dei legni di affinamento; indubbiamente tutto positivo, ma a prima impatto l’impressione è di avere nel bicchiere un vino di grande eleganza e notevole struttura, sicuramente longevo, che può essere anche Amarone. Sicuramente tanta materia e tanto frutto ma tutto avvolto da spezia di botte, e poi tabacco, radice di china, liquirizia e tanto altro. 

Per introdurci alle tecniche aziendali, partiamo con i Valpolicella con appassimenti lunghi come il fratello maggiore di circa 25 giorni, tutti i terreni sono sciolti e di origine alluvionale con ghiaia pulita, quindi perfetto drenaggio e umidità assicurata.

Tutti i bicchieri erano marcati Tutti da note di arancia amara, dovuta sicuramente al vegetale diffuso che rinfresca assieme al frutto come la ciliegia e la mora matura e, la salinità che arricchisce e risveglia il palato.

 

Valpolicella Romano Dal Forno 2011

 

Valpolicella 2011

Primo impatto molto suadente con liquirizia, floreale, bella la spezia della barrique, con fondo di sapidità e succulenza di frutto, il tannino si fonde al caffè.

Valpolicella Romano Dal Forno 2010

 

Valpolicella 2010

Qui il tabacco gioca con l’amarena e con il cardamomo, macis e cacao, per passare al caffè. Molto diverso dagli altri sfoggiando un’eleganza nobiliare. Grande struttura nel sorso, con tannino ben fatto, piacevolissimo, ritorno amaricante quasi vegetale, che rinfresca, fatto di frutto e succulenza. Un vino che berrei sicuramente, meno allineato al gusto modaiolo. Il finale è intriso di liquirizia.

Valpolicella Romano Dal Forno 2007

 

Valpolicella 2007

Approccio olfattivo molto elegante, radice di china, inchiostro, boisè pulito, con espressività contenuta ma efficace. In seguito i profumi si arricchiscono di cacao e note mentolate e balsami. Il sorso evidenzia un tannino fresco e vivace, con un finale che si distende bene con frutto.

Amarone Romano Dal Forno 2011

 

Amarone 2011

Il naso inchiostro china, mora matura, note di marasca matura, gelso rosso e finale sanguinolento, il colore macchia paurosamente, eleganza assoluta con alcol sommesso. Al gusto si mostra subito con alcol, poi seguono note tabaccose e tannino imponente, tanta succulenza di frutto, e poi prende il sopravvento la barrique nuova di rovere francese. Il gusto ha un’acidità spaventosa, succulenza di frutto e sapidità infinita. Notevole è la trama tannica che deve ancora fondersi alle componenti morbide. Sono vini che si berranno fra vent’anni.

 

Amarone Romano Dal Forno 2010

 

Amarone 2010

Un vino che si concede subito con canfora, eucalipto, note mentolate e balsamiche, poi arriva l’amarena dolce e il cioccolato. Trama gustativa setosa, tannino vivace e ancora da definirsi e distendersi. Buona la spalla acida ben amalgamata al frutto ma non si allunga al gusto.

 

Amarone Romano Dal Forno 2006

 

Amarone  2006

Un annata definita medio/buona. Si apre con difficolta al naso, ma s’intravede eleganza da vendere. Le prime a emergere sono le note di cuoio, che anticipano un eleganza oltre la media, fine fluente al sorso con amarena che si fonde al floreale, questo è davvero un bel vino e si legge netta la mano artigianale di Romano. Il gusto avvolge il palato di note salmastre e pepe, con cioccolato amaro, tanta acidità esplosiva, con tanto frutto e il tannino nobile perfetto, ricco, sincero, molto lungo e mentolato.

Una nota di classe comune in tutti vini è il sentore di buccia di arancia candita con cioccolato.

Se siete arrivati alla fine di questo racconto vuol dire che amate molto l’Amarone. Personalmente lo bevo accompagnato da cioccolato amaro e sigaro toscano originale.

Tag: Amarone, Borgo Egnazia, Romano dal Forno, Valpolicella Dal Forno
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