Il Salento; la Puglia; e poi Lecce, una magia che, ancor più in estate prende vita, avvolgendo e coinvolgendo chiunque sia inghiottito in questo vortice di spensieratezza e di gioia di vivere.
Passeggiare e perdersi per i vicoli storici di Lecce è un’emozione da vivere. Si viene sopraffatti da una sensazione positiva di benessere assoluto.
E poi, tanti eventi, di vario genere, enogastronomici e culturali, come il Premio Apollonio 2016, “un evento a cui non si può mancare, e se non ci sei, non sei nessuno a Lecce”, queste le parole di una delle partecipanti durante la lunghissima fila, prima di entrare nel Chiostro del Rettorato dell’Università del Salento.
Ma chi è Apollonio!? Intanto è una delle storiche aziende vitivinicole pugliesi a due passi da Lecce, e poi è una famiglia con tre fratelli di un’umiltà unica.
Il Premio Apollonio nasce dodici anni fa, per ricordare il loro genitori scomparsi prematuramente, lasciandogli un’eredità importante; proseguire nella valorizzazione delle tradizioni vitivinicole pugliesi, e soprattutto dei vitigni autoctoni, nonché amanti anche della cultura, della la musica e del teatro.
Ecco allora, che Marcello e Massimiliano, pensano a un evento che mantenesse vivo il ricordo e le passioni di mamma e papà; un premio per celebrare i pugliesi che danno lustro in tutto il mondo alla loro terra in fatto di cinema, musica, spettacolo, letteratura, giornalismo e via dicendo: la kermesse richiama ormai sempre più artisti e ospiti di caratura internazionale.
Una serata di festa per tutta Lecce, che nel passare degli anni è diventata un evento ambitissimo, tanto da far partire la ricerca degli inviti già da molti mesi prima. Molti gli artisti che si sono avvicendati sul palco del Chiostro del Rettorato dell’Universita’ del Salento, in un’alchimia virtuosa tessuta e guidata come sempre dall’attore marchigiano Neri Marcorè; momenti di spettacolo capaci di ammutolire e coinvolgere gli oltre 1200 invitati della serata: dalle irresistibili gag di Lillo, di Ale e Franz e di Max Paiella alle esibizioni del musicista Stefano Cenci, del cantautore Luigi Mariano, del cantante Antonio Maggio e del sassofonista Raffaele Casarano.
Molto successo hanno riscosso anche le dimostrazioni del mago-mentalista Walter Di Francesco e – dulcis in fundo – la struggente bellezza delle canzoni del cantautore romano Niccolò Fabi, che ha chiuso la serata regalando al pubblico le emozioni della sua musica.
Permettetemi una breve e unica parentesi sul loro rosato Diciotto Fanali 2013, bevuto al buffet di chiusura dell’evento, sul magnifico terrazzo dell’hotel risorgimento al centro di Lecce; un vino che nasce dalla breve macerazione delle uve Negroamaro, con fermentazione e successivo affinamento in barrique per diciotto mesi, così come vuole la tradizione salentina. Sarà stato il caldo o la temperatura bassa di servizio, ma ho bevuto oltre tre bicchieri…
Il successo dell’evento si leggeva chiaro negli occhi lucidi di Marcello e Massimiliano, molto soddisfatti della riuscita e del riscontro crescente sul territorio: “Ci fa molto piacere notare come questo riconoscimento, nato come omaggio ai nostri genitori, sia diventato invece un Premio espressione di tutta la Puglia, un momento corale di omaggio ai pugliesi che si distinguono per la loro arte in tutto il mondo. Grazie al Comune, all’Università del Salento, al Senato della Repubblica, alla Regione Puglia, alla Provincia ed alla Camera di Commercio di Lecce e a tutti i partner privati che hanno scelto di sostenere questo percorso che – ne siamo certi – offrirà alla Puglia molte altre soddisfazioni”.
Quest’anno il Premio Apollonio 2016 è andato ad un’emozionatissima Lunetta Savino, che ha ricevuto dalle mani del sindaco di Lecce Paolo Perrone, del Prorettore Domenico Fazio e del regista Ferzan Ozpetek.
“A Lunetta Savino, attrice brillante e intensa, impegnata e di grande umanità, capace di imprimere al teatro, al cinema e alla televisione italiana la cifra della sua innata bravura, eleganza, sobrietà; impareggiabile nel regalare al pubblico occasioni per riflettere su temi importanti, di grande rilevanza sociale, senza rinunciare alla bellezza di un sorriso”: questa la motivazione di assegnazione dell’importante riconoscimento, conferito per la prima volta a una donna e a un’attrice capace di impersonare con il medesimo successo Stefania Cantone, la vera capofamiglia del film-commedia “Mine vaganti” (girato peraltro a Lecce), quanto il più drammatico ruolo di Felicia Impastato, mamma del martire della mafia Peppino, nell’omonima opera televisiva.
Nel corso degli anni il Premio è stato assegnato anche allo stilista di Costume National Ennio Capasa (nel 2015), e poi anche a Renzo Arbore, Antonio Caprarica, Sergio Rubini, Caparezza, Ferzan Ozpetek, Emilio Solfrizzi, Giuliano Sangiorgi, Gianrico Carofiglio, il duo Corrado Nuzzo – Maria De Biase, Marcello Sambati.
Nutrito anche l’elenco degli ospiti illustri: l’anno scorso il Rettorato ha ospitato Francesco De Gregori, Marcello Masi, Virginia Raffaele, la Banda Osiris; negli anni passati, invece, Franco Battiato, Lillo e Greg, Ale e Franz, Francesca Reggiani, il Trio Medusa, Dario Vergassola, Max Paiella, Andrea Perroni, Catena Fiorello, Erica Mou, Simone Colombari, Alessandro Quarta, Roy Paci.
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