Una vecchia degustazione che mi ha fatto scoprire una chicca nascosta nell’Abruzzo montano.
Un solo ettaro per 4000 bottiglie di questa elegante e piacevole Malvasia, sicuramente una produzione piccolissima e irrilevante, ma, la prima nota positiva che emergeva dal bicchiere è la tanta passione e amore per questa vignetta.
La Valle Peligna è un territorio a mio parere, più vocato per i bianchi e lo dimostrano i vari assaggi di altre aziende. Questa Malvasia sicuramente è frutto di selezioni in campo e da sempre considerato il vino per la tavola e non solo.
Una vigna di oltre cinquant’anni che serviva per il fabbisogno famigliare e soprattutto come vino da offrire agli ospiti; così racconta Mariapaola, mentre chiacchieriamo a tavola gli si illuminano gli occhi quando parla della nonna che in presenza di ospiti a casa diceva sempre “Nduni’ pije ddu’ bicchiejre de malvascej !!” Tonino prendi due bicchieri di Malvasia. Una tradizione che non deve cadere nel dimenticatoio, quindi poche ma buone bottiglie intrise di amore, passione e tanta nostalgia.
Bere un bicchiere di questo vino non è solo accompagnare i pasti ma anche interiorizzare la storia di quel territorio e il vissuto della famiglia.
Giorni prima avevo bevuto una malvasia della Slovenia, ma poteva essere anche del Carso; devo dirvi che ho trovato la stessa eleganza e sapidità. Certo territori diversi ma con caratteristiche molto simili.
Grandi escursioni termiche, terreni argillosi e calcarei, altimetria media intorno ai 400 mt. s.l.m : e non mancano anche le similitudini di vinificazione, come la fermentazione spontanea con macerazione sulle bucce in acciaio, decantazione e affinamento in damigiane di vetro per almeno sei mesi.
La conduzione dei vigneti è molto tradizionale con concimazione stallatica e sovescio, rame e zolfo come faceva il nonno. La resa per ettaro è dettata dall’età e non supera i cinquanta quintali.
Il colore giallo paglierino annuncia note floreali e di pesca bianca che emergono subito e nette, che poi lasciano il posto a nuance di agrumi amalfitani e sfumature salmastre come di salsedine, sicuramente dovute al terreno ricco di minerali, e naturalmente segue una nota rinfrescante di buccioso dovuta alla macerazione; al gusto è delicato ma allo stesso tempo morbido e sorprende la bevibilità, confermata da solo 11,5 di alcol, ricco di sapidità e mineralità. Il finale è fresco e succulento nonché molto persistente.
Insomma un vino che fai fatica a tenere nel bicchiere, soprattutto con questo caldo e servito a temperature alte: abbinamento ideale per tutti gli antipasti e piatti di mezzo della cucina abruzzese, come pure primi asciutti impegnativi come la chitarrina con ragu di carne…
Azienda agricola Di Cato
Via Colle della Fonte 14
67030 Vittorito (AQ)
Mobile: 3491227903 – fax: 0864.727389
www.vinidicato.it – vinicoladicato@alice.it
prezzi da 9 a 11 euro