Una delle citazioni più calzanti del termine evento è della Treccani “attirare l’attenzione su qualcosa” ed io aggiungerei: creare il contesto giusto. A tal proposito si apre un mondo di interpretazioni e di creazione del dettaglio,
perché sono i dettagli a fare la differenza.
Amo molto la citazione di un gastronomo dell’800 al quale mi sono ispirato da sempre, Anthelme Brillat Savarin:
“Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto.”
Solo analizzando nel dettaglio questa frase ne viene fuori la ricetta perfetta dell’evento il cui obiettivo principale è stimolare positivamente le percezioni quanto anche i bisogni.
Sono tante le motivazioni che ci spingono a creare un’aggregazione di persone come mettere in evidenza un territorio, enfatizzare un pensiero, raccontare una strategia aziendale, presentare un prodotto, far conoscere una storia. O semplicemente prendersi cura del cliente organizzando una cena perfetta, propedeutica o a conclusione di un contratto o di una riunione importante.
In ognuna di esse il filo conduttore è creare un’atmosfera rilassante e una percezione positiva di ogni contesto al fine di stimolare un’emozione che fissa in memoria il vissuto per far poi seguito a quella che si può definire un’esperienza positiva.
Tale esperienza positiva potrebbe essere anche una semplice riunione organizzata in ambienti e contesti diversi da quello di una sala in azienda portando ogni partecipante a stimolare al meglio il dialogo e sviluppare la creatività, rafforzare il team building con il coinvolgimento emotivo e la creatività.
In questo contesto tanti sono gli elementi da prendere in considerazione a partire dalla sede dell’evento fino al menu che diventa uno strumento di comunicazione da cui far emergere l’immagine aziendale o un messaggio.
Qualsiasi elemento che giri intorno all’aspetto organizzativo deve essere in sintonia con il tema o l’obiettivo prefissato. In tal caso il lavoro è sviluppato da un esperto il quale deve avere le conoscenze e le competenze giuste, a partire da quelle di organizzazione di eventi simili, di gastronomia e del territorio di riferimento relativo ai prodotti tipici.
Il termine oggi in uso è Food Design, ma io preferisco definirlo esperto di organizzazione e enogastronomia.