di Virginia Di Falco
La pizza al taglio a Roma è una religione. Più pizzerie al taglio che bar. Più pizzerie al taglio che uffici pubblici. Più pizzerie al taglio che funghi.
Insieme al supplì, l’unico vero fast food che mette insieme tutte le età, le classi sociali, le professioni e i mestieri. Soprattutto a pranzo. Dagli studenti ai turisti, dalle famiglie al ceto impiegatizio.
Si sceglie, si taglia, si pesa e si mangia in strada o, nel migliore dei casi, arrampicati ad uno sgabello. Diventata inevitabilmente, nel corso dei decenni, anche un cibo identitario. Ogni quartiere ha la sua pizzeria di riferimento, ogni romano la sua pizza del cuore, quella per la quale il tifo si esprime come allo stadio, senza mezze misure (e senza misura). Motivo per cui lanciarsi in una classifica delle pizze al taglio equivale ad attraversare un campo minato.
Ma noi ci proviamo lo stesso dopo la classifica delle migliori pizzerie a Roma
Per farlo, abbiamo tenuto conto innazitutto della grande trasformazione che c’è stata nel settore. Proprio come nel caso della pizza napoletana – ma di tanti altri prodotti popolari – è cresciuta negli ultimi anni l’attenzione verso le materie prime utilizzate e il metodo di lavorazione. Nel caso della pizza in teglia l’antesignano a Roma è stato sicuramente Angelo Iezzi, il primo a dedicarsi con metodo e professionalità all’aggiornamento dell’arte dell’impasto, lavorando sui tempi di lievitazione. Ma, soprattutto, a farsi portavoce di un modo nuovo di realizzare una pizza più leggera e digeribile e a creare su questo una vera e propria scuola. Non è un caso che più generazioni di pizzaioli abbiano frequentato i suoi corsi e riconoscano in lui il loro vero maestro.
Un mercato che accoglie un numero impressionante di consumatori, sia che si tratti di locali che puntano ad una pizza al taglio di nuova concezione, sia quelli tradizionali molti dei quali continuano a proporre gusti classici, con un livello discreto dei prodotti utilizzati.
Questo è il motivo per cui dividiamo la nostra classifica in pizze TOP e pizze POP. Se da un lato, infatti, non si può non tenere conto dell’altissimo livello raggiunto da alcune pizzerie al taglio romane e degli ottimi risultati ottenuti alla fine di un processo di ricerca e sperimentazione; dall’altro lato non si possono ignorare le pizze più popolari, magari di quartiere, che fanno grandi numeri. Mentre per la prima categoria i numeri sono ancora poco significativi, per la seconda categoria la scelta è – per fortuna – abbastanza difficile. Qui di seguito una personalissima, ma motivata, selezione. A tutti voi, il compito di suggerirne altre: si aprono i commenti!
____________________Le TOP
- Pizzarium Bonci
Gabriele Bonci ha cominciato per primo ed è rimasto il primo. Impasto eccezionale, lievitazione perfetta, farciture sempre riuscite. Un grande lavoro di mani, ma non solo. Nel mentre che ha continuato ad occuparsi di cibo – ma anche di corretta alimentazione consapevole e di agricoltura biologica –ha anche lavorato sull’aspetto della formazione. E della condivisione. - Mani in Pasta
Scuola Bonci ma soprattutto filosofia Bonci: Jacopo Mercuro,giovanissimo artigiano dell’impasto, con la sua minuscola bottega a Ostiense realizza dei piccoli capolavori. Il miglior rapporto qualità/prezzo a Roma. - Pane e Tempesta e Pommidoro (ex equo)
Un pari merito impossibile da dirimere. Pane e Tempesta per la ricerca sulle farine, la qualità dei prodotti e uno straordinario gioco di squadra, al forno e fuori. Mirko Rizzo con il suo Pommidoro perché è un esempio di pizza di quartiere popolare che emerge con un prodotto di ottima qualità e un pizzico di fantasia borgatara che non guasta. - Forno Roscioli
Un’istituzione. Un tempio. Una famiglia che ha cominciato all’inizio degli anni Settanta con il pane ed è diventata con i fratelli Pierluigi ed Alessandro il punto di riferimento anche per la pizza al taglio di qualità. A partire dalla loro memorabile ‘pizza e mortazza’ che – lo ricordiamo – sta ai romani come la pizza ‘a libretto’ ai napoletani. - ProLoco DOL
Una pizza in teglia servita al tavolo, come una pietanza. Il trancio che diventa piatto, in carta nella bottega ProLoco DOL di Vincenzo Mancino, avanposto dei prodotti laziali di qualità. - Serenella
Quando il confine tra top e popular è più sottile di quello che si pensa. Una piccola pizzeria su via Salaria in zona piazza Fiume. 72 ore di lievitazione da quando i tempi dell’impasto non erano ancora un manifesto pubblicitario, per un trancio di grande levità e digeribilità.
_______________________Le POP
- Angelo e Simonetta
Angelo Iezzi è stato sicuramente l’iniziatore della new wave romana della pizza al taglio. La sua abilità è stata quella di stravolgere completamente la concezione dell’impasto, a partire dalla lunga lievitazione, facendo in modo che si potesse parlare di professionalità e competenza in un mondo contrassegnato spesso da improvvisazione. La sua pizzeria sulla Nomentana è diventata il punto di riferimento per intere generazioni. - Zazà
Nel centro del centro di Roma, un piccolo miracolo: un buchetto con banco e forno a piazza Sant’Eustachio dove romani e turisti fanno la fila per una pizza non turistica, molto più che gradevole, ben fatta e saporita senza essere salata. - Re di Roma Pizza – La Casa del supplì
Dal 1979 la pizza al taglio nel quartiere Appio-Latino. Locale dai grandi numeri, qui si sforna con tempi e quantità da catena di montaggio. Un personale che né la divisa d’ordinanza né la folla sono riusciti a spersonalizzare: col supplì (molto buono) esce sempre pure un sorriso. Margherita in bell’equilibrio tra croccantezza e superficie ben farcita e morbida. - Da Luigi a Ostiense
Altra attività trentennale. Siamo nel quartiere Ostiense. Una pizzeria a metà potremmo dire, tra l’affetto e il servizio, nel senso che c’è sia la dimensione dell’appartenenza al rione, con una clientela di habitué proveniente anche dai quartieri vicini, sia un bel po’ di impiegati e professionisti che lavorano in zona. Impedibile la pizza bianca ancora tiepida farcita con la mortadella, ricca e gustosa quella con zucchine. - Forno Rossetti
Prendiamo questa attività da più di mezzo secolo a Centocelle come esempio di un’altra categoria genuinamente popolare che bisogna considerare quando si parla di pizza al taglio. Quella del trancio delle panetterie (in questo caso alla pala). Una volta solo bianca e rossa, oggi con qualche variante in più, si vende da sempre insieme a rosette e ciriole. Profumo e fragranza più da pane che da pizza, irresistibile e imbattuta alternativa al panino. - I Gemelli a San Paolo – Largo Beato Placido Riccardi, 5
Chiudiamo con una pizza al taglio old style. Aperta a due passi dalla Basilica di San Paolo agli inizi degli anni Settanta da due fratelli gemelli (da qui il nome), oggi è nelle solide mani di un nipote e del suo socio.Gusti classici: bianca a 8 euro al chilo, rossa, mozzarella, con funghi e poi pizza crostino e pizza ripiena. Niente pubblicità se non il passaparola, migliaia di fan sui social senza avere una pagina FB nè un sito web (e neppure un numero di telefono!): provate ad arrivare dopo mezzogiorno e resterete a bocca asciutta. Gli amanti delle lunghe lievitazioni e della farcia gourmet storcono parecchio il naso. Ma così è (anche se non vi pare).
Fonte: www.lucianopignataro.it