Perché, no… arrivi in aeroporto a Trieste, è tardi, e qui siamo al nord, alle 21,00 difficilmente accettano prenotazioni. Allora io i miei colleghi, Lilina Savioli e Pasquale Pace, decidiamo di optare per una pizza.
Fortunatamente Liliana si ricorda di una pizzeria sulla strada per Duino, ma non assicura nulla, anche perché la conosce poco.
Ma già dal parcheggio, il mio intuito, inizia a rassicurarmi, di gente ce n’era, e sul terrazzo all’aperto quasi non c’era posto. Curioso come sono, inizio a girare e mi accorgo che hanno due forni a legna ben attrezzati, le pizze sul banco promettono bene, e gli ingredienti sembrano di ottima qualità.
Bella anche la cucina ben attrezzata con barbecue a carbone, su cui cuocevano delle succulenti costate. Le pizze sono oltre settanta, di ogni genere, e non mancano le vegane e le focacce farcite.
Anche qui si usano il panetto di lievito madre, e lievitazioni che variano dalle 12 alle 24 ore in base alla stagione. La mia curiosità si spinge a chiedere le tipologie di farine e, serenamente, il giovanissimo titolare mi confida che usano una farina già miscelata, che gli da ottimi risultati a base di grano tenero tipo 0, avena integrare 10%, farina di grano duro Senatore Cappelli 10%, farina di farro integrale 10%, farina di grano Khorasan integrale 5%, farina di lino ricca di omega 3 (1,5%),farina di cereali maltati, farina di germe di grano, estratti di uva e olive (0,5%) .
Ora la curiosità era tanta e noi ordiniamo una Siciliana (mozzarella, pomodoro, acciughe, capperi), la Doc, chiamata così da loro la tradizionale napoletana, con pomodoro, pomodorini e bufala, e in ultimo la Nocino, una stravagante scelta che abbiamo condiviso con Pasquale ma ne avremmo fatto a meno, pazienza.
La dimensioni della pizza erano generose, il cornicione era basso e perfetto, al coltello l’impasto risultava croccante, con cottura uniforme: se non avessi visto con i miei occhi, l’avrei scambiata per una pizza cotta a forno elettrico, nessuna traccia di fuliggine e cottura uniforme. La masticazione risultava facile e priva di gommosità, senza retrogusti amari o farinosi. Gli ingredienti erano tutti di ottima qualità e il giorno dopo non ho avuto nessun tipo di problema digestivo.
Insomma, la farina premiscelata, ha garantito un risultato uniforme per tutte le pizze, e non mi sento di condannare una scelta del genere, soprattutto, quando ci sono oltre duecento coperti a sedere, e i pizzaioli bravi a gestire le “lievitazioni” con lievito madre non sono sempre disponibili…
In questo modo un discreto pizzaiolo, anche non italiano, garantisce il servizio. E, comunque la pizza era buona.
Pizze dai 5,00 ai quasi 9,00 euro.