… breve premessa che ci aiuterà a comprendere meglio la delicatezza del tema e, senza fare citazioni, riporto una frase celebre di un mio vecchio maestro che per far capire al giovane cameriere l’importanza della tavola a partire dalla mise en place, scelta del menu, qualità del servizio e atmosfera della location mi disse la seguente frase «… ricordati Andrea che i migliori contratti si concludono a tavola e fra le lenzuola…»
Ora… visto che non sono un organizzatore di “sotto le lenzuola” escludiamolo e ci concentriamo sulla gestione della tavola, mestiere a cui sono dedito da 40 anni.
La colazione di lavoro cos’è realmente? Quali sono le sue origini e di cosa si tratta? Be’ sicuramente le nuove generazioni sono portate ad associare il termine colazione con il pasto consumato al mattino, fra cornetti, pasticceria e anche salato come uova, prosciutto e altro…
Mentre per le vecchie generazioni come me -che hanno studiato negli anni ottanta negli alberghieri che erano degli istituti tecnici dove formavano quadri dirigenziali da inserire nel variegato mondo delle strutture ricettive e di ristorazione- la colazione di lavoro è il pasto consumato dalle 12.30/13.00 organizzato per poche o più persone come pausa durante delle riunioni che dovevano trattare di lavoro, concludere un contratto, condividere obiettivi aziendali.
Si, è vero, nel linguaggio moderno il pasto delle 13.00 è chiamato pranzo, se pensiamo a una suddivisione in tre pasti: colazione, pranzo e cena, così come la intendevano nell’antica Roma.
Con l’età moderna e subito dopo la rivoluzione francese sono cambiati gli stili di vita in meglio, e i pasti sono diventati quattro per le nuove esigenze di una società più agiata: piccola colazione del mattino; Colazione 12.30/13.00; pranzo alle 19,30/20.00 e cena dopo le 21.00. perché si andava a teatro, cinematografo e si apprezzavano di più i piaceri della vita (non erano certi contadini che andavano a dormire alle 20.00 perché si alzavano la mattina alle 04.00).
Anche noi in Italia ci siamo adeguati, soprattutto nel mondo alberghiero, e quasi nulla è cambiato nella vita comune, tranne che per la cena che si consuma oltre le 21.00 legata al dopo teatro e a eventi particolari, come il termine cenone di fine anno che non è altro che una “grande cena” consumata dalle 21.30 in poi.
Ma, non complichiamoci la vita, potremmo utilizzare anche “pranzo di lavoro” ma per i nostalgici come me fa più figo utilizzare la terminologia classica, oggi questo termine è rimasto in ambienti molto formali, fra le varie cariche dello stato, amministrazioni varie, ecc.
Già un noto testo del 1974 dedicato al cerimoniale nelle pubbliche relazioni per diplomatici e capi di Stato, dedica un intero capitolo a colazioni e pranzi, e nel menu consiglia di iniziare con un consommé, un piatto di entrata, due piatti centrali, dolce e frutta; il caffè si serve in altri ambienti…
L’importante è assicurarsi della serenità e del benessere del nostro cliente fino a quando sarà nostro ospite, e lo chiarisco anche in questo scritto:
L’essenza di pensare ad un evento perfetto, che sia una riunione con rinfresco o una cena aziendale.